IL DRAMMA DELL’HOTEL “RIGOPIANO”. Altre 4 persone estratte vive nella notte dopo i 4 bambini e la donna salvati ieri. I dispersi sarebbero ancora 21 (o 23)

ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 18,30 DI SABATO. Nella notte sono state estratte vive dalle rovine dell’hotel “Rigopiano” 4 delle 5 persone di cui ieri sera si sentivano le voci (due donne e due uomini). E’ stato trovato anche il corpo di una donna priva di vita e purtroppo è la mamma del bambino che si vede nella foto accanto mentre ieri veniva estratto vivo.  I vigili del fuoco segnalano inoltre di aver percepito le voci di altre persone, ma non si sa se si trovino tutte nello stesso ambiente dell’albergo. Si procede nella ricerca con molta prudenza e lentezza per evitare che possano verificarsi crolli che metterebbero ulteriormente a rischio la vita sia di coloro che attendono i soccorsi sia degli stessi soccorritori.

Quindi si può affermare che al momento i sopravvissuti con certezza al disastro sono 11 (i 2 dipendenti dell’hotel che si trovavano in auto al momento della slavina, i 4 bambini estratti venerdì, 1 donna salvati ieri, i 4 salvati stanotte); 5 sono invece i corpi recuperati tra ieri e oggi.  Pertanto, se le persone presenti in albergo fino a pochi minuti prima della sciagura erano 36 (cifra, però, ancora da confermare con assoluta certezza: c’è chi parla di 39) i dispersi sarebbero 21 (ma c’è chi ne conta 23).

In dettaglio: ai due superstiti recuperati all’alba di giovedì fori dall’albergo – cioè il cuoco Giampiero Parete e il manutentore dell’hotel Fabio Salzetta – si aggiungono la moglie di Parete, Adriana, e il figlio Gianfilippo, salvati ieri mattina, e i tre bimbi recuperati nel pomeriggio: l’altra figlia di Parete, LudovicaEdoardo Di Carlo e Samuel di Michelangelo. Nella notte sono state estratte vive altre 4 persone – Giampaolo Matrone (con una frattura a un braccio), Vincenzo Forti, Francesca Bronzi e Giorgia Galassi.

La prefettura di Pescara aveva fornito un elenco di cinque nomi, indicandoli come quelli che si trovavano sotto le macerie, che erano stati individuati e dovevano essere estratti vivi: oltre a Matrone, Bronzi, Forti e Galassi c’era anche Stefano Feniello, del quale però al momento non ci sono notizie.

Il bilancio ufficiale delle vittime è però salito a cinque: ai primi due corpi recuperati – quello del maitre dell’hotel Alessandro Giancaterino e del cameriere Gabriele D’Angelo, volontario della Croce Rossa che aveva partecipato al salvataggio di persone in vari terremoti – si sono aggiunti quelli estratti nella notte dai soccorritori e non ancora identificati: due donne e un uomo.

Il racconto tragico di Giampaolo Matrone – E’ stato mano nella mano con la moglie, Valentina Cicioni, fino a quando i vigili del fuoco lo hanno salvato. Lo ha raccontato ai suoi soccorritori Giampaolo Matrone, l’ultimo dei superstiti portato poco dopo le 8 di stamattina all’ospedale di Pescara. “Le stringevo la mano e le parlavo per tenerla sveglia perché volevo che rimanesse sempre vigile. La chiamavo, poi a un certo punto non l’ho sentita più e ho capito che mi stava lasciando”. Vicino a lui, Matrone ha raccontato di un’altra donna che non dava segni di vita.

I soccorritori continuano a lavorare per tentare di individuare gli altri che ancora mancano all’appello. Tra questi ci sono i genitori di Samuel, uno dei 4 bambini salvati ieri, che si trova in ospedale.

Identificata tra le vittime, come si è detto,  Nadia Acconciamessa, la mamma del piccolo Edoardo Di Carlo, ricoverato in ospedale, e moglie di Sebastiano Di Carlo, ancora disperso. Lo ha confermato il direttore sanitario dell’ospedale di Pescara, Rossano Di Luzio, durante il bollettino sanitario. In corso il riconoscimento delle altre due salme arrivate oggi in ospedale.

LA CRONACA AGGIORNATA ALLA MEZZANOTTE DI VENERDI’. La giornata di oggi,  venerdì 20 gennaio, è stata contrassegnata da un alternarsi di angoscia e di gioia, di speranza e di delusioni  per ciò che accade sul Gran Sasso intorno all’albergo “Rigopiano” di Farindola (provincia di Pescara)  sommerso da mercoledì pomeriggio sotto una valanga di neve. E’ stata una grande emozione quando i soccorritori (vigili del fuoco, finanzieri arrivati da Bolzano, Croce rossa, carabinieri , polizia, medici, volontari) hanno annunciato in mattinata di aver captato le voci di persone vive provenire dai locali della cucina del ristorante dell’hotel. Emozione, lacrime di gioia, poi alle 11,30 l’annuncio che 6 persone avevano dato segnali di vita e stava per compiersi la loro liberazione. Poi è stato tutto un rincorrersi sulle tv di notizie e smentite, e un rincorrersi di immagini, talvolta insistentemente ripetute, che hanno determinato una certa confusione, con illusioni e delusioni, speranze e smentite.

Nel momento in cui scriviamo queste note di cronaca (poco prima della mezzanotte di venerdì) la sintesi è la seguente: le persone estratte vive fino a questo momento sono cinque (4 bambini e una donna), altre 5 persone vive sono ancora prigioniere dei locali sommersi dalla neve e si spera di estrarle in queste ore. Poi va ricordato che due delle 36 persone che complessivamente erano nell’hotel al momento della slavina (il cuoco e il manutentore del complesso) si trovavano in auto per prendere un farmaco per la moglie del cuoco e hanno accolto i primi soccorritori che sono arrivati sul posto, guidandoli poi nelle ricerche. Quindi le persone vive sono complessivamente 12, ma 5 sono ancora da liberare. Invece 2 sono i corpi ritrovati. Pertanto, al momento, le persone di cui non si hanno notizie sarebbero 22, secondo quanto ipotizza il direttore della Protezione civile, Curcio.


LA CRONACA PRIMA DEI RITROVAMENTI. Il terremoto, la nevicata eccezionale, una slavina:  il disastro ha preso le dimensioni di una tragedia. Un albergo di lusso sul Gran Sasso, il Rigopiano” di Farindola (provincia di Pescara), nel quale si trovavano 22 ospiti, 8 persone dello staff e 4 visitatori, è stato sommerso dalla neve, che imprigiona quelle persone. Il numero delle vittime, da considerare per ora “dispersi”,  è ancora imprecisato, a mano a mano che i soccorritori scavano con le mani, dopo aver raggiunto nella notte tra mercoledì e giovedì  la località con gli sci perché gli alberi caduti, sia per il peso della neve sia per il movimento sismico,   impedivano il passaggio agli automezzi.

Aringo di Montereale (L’Aquila), vicino all’epicentro del terremoto

Due uomini del personale dell’albergo si sono salvati per puro caso: erano andati nell’auto di uno di loro a prendere un analgesico per la moglie pochi attimi prima che la slavina si abbattesse sul complesso, schiacciandolo e spostandolo di 10 metri.  Erano circa le 17. Quando i primi soccorritori sono riusciti a raggiungere l’hotel li hanno trovati con un principio di congelamento, ma vivi. Sono riusciti poi a mettersi su un elicottero, che li ha trasportati in ospedale. Qualche ora più tardi è stato recuperato un corpo; nelle ore successive altri tre. A 30 ore dalla sciagura non si è in grado di fare un bilancio preciso delle perdite umane. E si scava affannosamente, instancabilmente. Nella foto qui sotto le immagini di alcuni degli ospiti del “Rigopiano” non ancora rintracciati dai soccorritori. Si continua a sperare che possano essersi salvati rifugiandosi in uno spazio protetto da pezzi della struttura che hanno formato delle bolle d’aria.

Ma le speranze si affievolirono di ora in ora.   “Ci sono tanti morti”, ha riferito all’ANSA il capo del Soccorso alpino abruzzese, Antonio Crocetta, che da ieri sera si è messo in marcia con gli sci insieme agli altri per raggiungere l’albergo. “La valanga è immensa”, confermano i soccorritori.

La valanga è venuta giù in un tratto boschivo e avrebbe investito auto, bestiame e parte dell’albergo. Alcune persone presenti nell’hotel sarebbero scese a valle per dare l’allarme, segnalando dei dispersi. I testimoni hanno riferito di una valanga di inaudita forza per la zona.

I mezzi di soccorso, comprese le ambulanze, sono rimasti  bloccati a circa 9 chilometri dall’albergo. La neve caduta, almeno due metri, impediva di proseguire. I vigili del fuoco sono stati portati sul posto con l’elicottero e un mezzo cingolato che può caricare fino a 8 persone. I primi ad arrivare nella notte sono stati gli uomini del soccorso alpino della guardia di Finanza che hanno raggiunto l’albergo con gli sci e le pelli di foca.

La magistratura ha aperto una inchiesta per disastro colposo. Ci si interroga su eventuali responsabilità nell’adozione di misure di sicurezza e sui tempi e  sui mezzi dei soccorsi. Ma ciò non può offuscare minimamente l’abnegazione con cui le oltre settemila persone che instancabilmente, coraggiosamente, eroicamente stanno cercando di portare aiuto agli sventurati che stanno vivendo sulla loro pelle la terribile combinazione tra terremoto e nevicate. Sono operatori della protezione civile, vigili del fuoco, militari dell’esercito, personale del soccorso alpino, polizia, carabinieri, e con loro gli amministratori locali, e tanti generosi volontari.

L’HOTEL RIGOPIANO. Situato a 1.200 metri di quota l’hotel Rigopiano – Gran Sasso Resort di Farindola (Pescara) è ispirato all’estetismo di Gabriele d’Annunzio. E’ un albergo a quattro stelle situato in una posizione naturalistica privilegiata e dotato di molti comfort, tra i quali un centro benessere con piscina all’aperto e al chiuso, disposto a raggiera su una superficie di circa 1.200 metri quadrati con la vista sul mare.

La struttura è utilizzata anche per convegni, congressi, seminari, corsi di formazione e workshop. L’albergo offre anche tre sale polifunzionali – Dannunziana (30 posti), Duse (100 posti) e Il Piacere (150 posti) – munite delle più efficienti attrezzature.

    Numerosi gli eventi organizzati dalla direzione dell’albergo nel corso di tutto l’anno, soprattutto per coppie che vogliono evadere dalla quotidianità e godere di relax, grazie anche alla calda ed avvolgente atmosfera del ristorante ‘Il Vate’. 

Quattro regioni coinvolte. Maltempo e nuove forti scosse di terremoto hanno messo in ginocchio ampie zone di quattro regioni del Centro Italia – Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio –  con paesi sommersi dalla neve e valanghe causate con tutta probabilità dagli eventi sismici. Una persona è morta sotto un edificio crollato nel Teramano: la vittima è un uomo di 83 anni rimasto sepolto nel crollo della sua stalla a Castel Castagna. C’è poi un disperso ad Ortolano, un uomo travolto da una slavina che si è staccata sopra le case della frazione di Campotosto (L’Aquila).

Proseguono intanto le scosse di terremoto, dopo le quattro di magnitudo superiore a 5 registrate ieri: dalla mezzanotte ne sono state registrate oltre 80 (considerando solo quelle di magnitudo non inferiore a 2), tra cui 2 di magnitudo 3.5. A causa del maltempo risultano disalimentate 98 mila utenze elettriche in Abruzzo e 14 mila nelle Marche. “Ogni scossa aggrava le condizioni dei cittadini, ma aumenta anche la nostra determinazione a star loro vicini e ad aiutarli” ha detto ieri il capo dello Stato, Sergio Mattarella.

L’appello dei sindaci. E dai territori devastati sale il grido di dolore dei sindaci, unito alla richiesta di aiuti e a qualche protesta. La Protezione civile parla di “condizioni estreme” ed invia più uomini e mezzi, così come la Difesa. Predisposti i servizi anti-sciacalli. “Diverse zone non sono state raggiunte ma molte zone sono isolate. Il tutto reso più difficile dalla viabilità”, ha detto il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che ha invitato ad evitare spostamenti.  Decine le frazioni isolate, che i soccorritori non sono ancora riusciti a raggiungere a causa delle forti nevicate. Al terremoto si aggiunge infatti un’ondata di maltempo che non dà tregua ormai da giorni.

“L’emergenza non è il terremoto né i danni in zona rossa, bensì la neve. Abbiamo urgente bisogno di turbine, non bastano gli spazzaneve. Abbiamo frazioni isolate con due metri di neve” è l’allarme lanciato dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Il sindaco di Camerino (Macerata)  punta il dito contro gli intoppi burocratici e afferma di aver chiesto l’intervento dell’esercito senza però ottenere risposta. “Siamo totalmente abbandonati a noi stessi” denuncia. La situazione di emergenza investe quasi tutta la provincia di Teramo, dove ci sono centri isolati per neve, paese senza energia da 48 ore e le autorità chiedono l’intervento dell’esercito e del Genio militare. In particolare, a Teramo, il sindacato dei poliziotti Sappe denuncia una situazione di “paralisi totale” nel carcere di Castrogno dovuta al maltempo e al sisma, con detenuti e personale al gelo e mancanza di elettricità che impedisce di preparare il vitto, ed esprime timori che possano scoppiare disordini. Nell’Aquilano la gente ha scavato nella neve per scappare a causa della paura delle scosse. Tante le richieste di soccorso e le testimonianze. “Siamo per strada, sommersi dalla neve e non riusciamo nemmeno a scappare. Continuano a esserci scosse e la gente urla per strada. Cerco inutilmente di contattare mia madre che si trova in una struttura di Montereale” è la drammatica testimonianza di Serena Testa, che vive a Marruci, frazione di Pizzoli in provincia dell’Aquila, vicinissima alla zona dell’epicentro delle scosse. Dodici viaggiatori del treno regionale 7100 – bloccato lungo la linea ferroviaria Civitanova-Albacina non lontano dalla stazione di San Severino Marche per accertamenti tecnici sulla tratta dopo le scosse di terremoto – sono stati soccorsi da un pullman sostitutivo e hanno potuto riprendere il viaggio verso Macerata.

ANCORA VITTIME DELLA NEVE.   Sono entrambi morti padre e figlio dispersi da ieri a Poggio Umbricchio di Crognaleto: dopo il recupero questa mattina, da parte dei vigili del fuoco, del corpo di Mattia Marinelli, 23 anni, poco dopo le 14 è stato ritrovato anche il corpo del padre Mario Marinelli, 50 anni. Era a poca distanza da quello del figlio, in una piccola scarpata piena di neve ghiacciata, oltre il ciglio della strada comunale, a circa due chilometri dalla frazione di Crognaleto, da dove i due si erano allontanati per comprare una pizza, senza poi fare ritorno a casa.

La loro macchina era stata ritrovata qualche ora fa, lasciata lungo la strada forse perché in panne. Le salme sono state composte all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo, a disposizione in attesa di una decisione della magistratura.

E’ stato trovato anche il cadavere dell’uomo disperso a Ortolano, frazione di Campotosto (L’Aquila), dopo essere stato travolto da una slavina a seguito del terremoto.

Intanto proseguono le scosse: sono state circa 30 (considerando solo quelle di magnitudo non inferiore a 2.0) registrate da mezzanotte alle 5 nel Centro Italia, la più forte delle quali di magnitudo 3.1 all’1:09 con epicentro a Capitignano (L’Aquila). Non si segnalano al momento nuovi crolli. Ieri nello stesso arco di tempo le scosse erano state circa 65, due delle quali di magnitudo 3.5.

 Cdm: estensione stato di emergenza – Il Consiglio dei ministri con provvedimento fuori dall’ordine del giorno ha esteso lo stato di emergenza nei territori colpiti negli ultimi giorni da nuove scosse di terremoto e dai danni dell’eccezionale ondata di maltempo.

Ad Amatrice il sorteggio delle ‘casette’ – E’ stato effettuato al Coi di Amatrice il sorteggio per l’assegnazione delle prime 25 soluzioni abitative di emergenza allestite a Campo Lazio per accogliere le famiglie sfollate dal sisma del 24 agosto scorso. Le domande pervenute al Comune, per questo primo lotto di ‘casette’, sono complessivamente 31.

Raggiunto dopo 3 giorni allevatore Acquasanta – Da tre giorni isolato dalla neve, senza luce e riscaldamento, fra le sue mucche che, al gelo, stanno morendo. Un allevatore di 25 anni è stato raggiunto in queste ore da un mezzo speciale dell’ Esercito a Case Cagnano di Acquasanta Terme, dove era rimasto per accudire i suoi animali. ”Lui sta bene – dice all’ANSA il sindaco Sante Stangoni – ma gli animali muoiono, e abbiamo ancora diverse frazioni senza corrente elettrica, San Gregorio, Agore, Piandelloro”. “È durissima”.

 

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