MotoGP: Lorenzo infiamma Aragon e si riavvicina a Valentino Rossi, oggi terzo. Ora il maiorchino è a -14 dal “Dottore”. Nuova caduta per il campione in carica Marquez

lorenzodi Mario Medori/
Jorge Lorenzo vince il Gran Premio di Aragon in Spagna e si avvicina nuovamente a Valentino Rossi leader della classifica piloti. Il maiorchino infatti col sesto successo stagionale rosicchia altri 9 punti al “Dottore”, splendido terzo da 6° in griglia al ter,mine di un duello mozzafiato con Pedrosa, 2° e mai cosi cattivo e deciso nel difendere la posizione nel duello ravvicinato. Strada spianata per Jorge già al 2° giro, quando il poleman Marquez, quello meglio attrezzato per contendergli il successo, allunga a cinque la sua collezione di cadute stagionali dopo Termas de Rio Hondo, Mugello, Montmelò e Silverstone. Game over per il campione del mondo. Per la corsa, ampiamente alla sua portata, e il Mondiale, già compromesso di suo (nella foto Reuters-Gazzetta dello Sport: il podio di Aragon).
Il “Folletto di Tavullia” in difesa. Valentino Rossi era chiamato a una gara difensiva, invece in corsa si è trasformato come al solito ottenendo il massimo di quanto a sua disposizione. Insidioso come un serpente a sonagli sotto le rocce, il pesarese ha trovato in gara la brillantezza non evidenziata nelle prove. Gli è mancato solo il morso finale ai danni di un Pedrosa che è stato francobollato per 20 giri, attaccato in tutti i modi, ma che si è difeso con spirito garibaldino fino a un 2° posto brillante: il podio gli mancava dal Sachsenring, a metà luglio e questo conquistato contro un Rossi irriducibile conta parecchio.
La gara. Il via della corsa premia Lorenzo, il quale dopo 2 giri è solitario leader per la caduta di Marquez, mentre alle sue spalle Rossi risale subito fino a duellare con Pedrosa e Iannone. Al 10° giro scivola Petrucci, uno dei quattro che erano andati sempre a punti in stagione insieme a Rossi, Iannone e Smith; al 12° giro invece si registra il primo attacco di Rossi a Pedrosa. Alle loro spalle si rivedono le Ducati con Iannone, 4° con una spalla sublussata, e Dovizioso dietro. A 5 giri dalla fine Vale passa in curva, ma, Dani replica. Idem il giro successivo e a 2 dal termine. La battaglia è serrata, con un Pedrosa spettacolare in quella che non è la specialità della casa: il corpo a corpo. Con una resistenza eccezionale, una, due, tre volte. Anche nel giro finale dove Rossi le prova tutte, ma sulla sua strada si oppone un Dani in versione samurai.
Terra iberica non fortunata per Valentino. La Spagna resta un piccolo, recente, tabù per Rossi che non vi vince da più di 6 anni, dalla magia del Montmelò 2009, mentre è terra di conquista dei suoi alfieri, arrivati a 14 successi di fila sui circuiti spagnoli. Nonostante la piccola maledizione Aragon, l’unica pista dell’attuale calendario con Austin in cui Rossi non ha un successo in MotoGP, Vale riparte da un +14 che non è una garanzia assoluta, ma che lascia il discorso iridato nelle sue mani: la ritrovata competitività in corsa e la veemenza degli attacchi a Pedrosa sono segnali positivi per Rossi, il quale però contro questo Lorenzo non può permettersi di giocare in difesa. Da Motegi, pista amica al pesarese, dovrà passare all’attacco.

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