Morto Bernabei, giornalista, manager, produttore tv, direttore della Rai

Bernabei EttoreEttore Bernabei, una delle figure storiche della comunicazione e della produzione radiotelevisiva e cinematografica in Italia, si è spento all’età di 95 anni. Era nato a Firenze il 16 maggio 1921 e si era dedicato prima al giornalismo (fino a dirigere il quotidiano “Il Popolo”, organo della Democrazia cristiana), poi direttore generale della Rai dal 1961 al 1974, e infine produttore tv con la Lux Vide. Laureatosi in Lettere all’Università di Firenze,  iniziò l’attività giornalistica nel 1946. Dal 1951 al 1956 è direttore del «Giornale del Mattino», quotidiano toscano d’ispirazione cattolica. Poi Fanfani, segretario della Dc, lo volle a Roma a dirigere «Il Popolo», quindi dal ’61 al 74  direttore generale della RAI, cui tentò di dare come impronta anche la missione educativa. In tale visione produsse  sceneggiati tratti da grandi opere letterarie come l’Odissea, i romanzi di Tolstoj, di Alessandro Manzoni, di Archibald Cronin. Furono realizzate serie tv come: Gli Atti degli Apostoli per la regia di Roberto Rossellini; il Mosè; Gesù di Nazareth diretti da Franco Zeffirelli.

Dopo una parentesi significativa dedicata all’imprenditorialità nelle infrastrutture, Bernabei nel 1992 fonda  la società di produzione televisiva Lux Vide, che si propone di produrre programmi di fiction televisiva, destinati all’ascolto di famiglie. Tra l’altro ha realizzato, in coproduzione europea, programmi sceneggiati trasmessi da network in Italia, Germania, Francia e Stati Uniti. Il progetto più impegnativo realizzato dalla Lux è Le storie della Bibbia, la serie televisiva di ventuno film tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, trasmessi dalla RAI in Italia, e in altri 143 paesi grazie alla collaborazione del produttore tunisino Tarak Ben Ammar che ha consentito le riprese nel suo paese. Ha avuto otto figli. I suoi novant’anni sono stati celebrati con una sua lectio magistralis presso la Pontificia Università Lateranense il 16 maggio 2011.

Anche in tutt’altro settore, quando lasciò, nel ’74, la direzione della Rai, aveva fatto valere le sue doti di manager dirigendo l’Italstat, una finanziaria a partecipazione statale specializzata nella progettazione e costruzione di grandi infrastrutture ed opere di ingegneria civile. In quell’anno Italstat aveva un capitale sociale di 100 miliardi di lire ed un fatturato annuo di 450 miliardi di lire. Quando la lasciò, nel 1991,  il capitale sociale aveva raggiunto i 1.500 miliardi di lire ed un fatturato annuo di 6 mila miliardi di lire.

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