Morto Charles Manson, il capo della più sanguinaria setta satanica degli Stati Uniti

Charles Manson, uno dei killer più sanguinari nella storia degli Stati Uniti, capo della setta satanica nota come “Family”, è morto in un ospedale della California dove era stato ricoverato per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Aveva 83 anni. Stava scontando l’ergastolo per l’uccisione di Sharon Tate, giovane moglie del regista Roman Polanski, insieme con altre 6 persone in un villa di Los Angeles nell’agosto del 1969.

The Incredible Story of the Most Dangerous Man Alive’ (l’incredibile storia dell’uomo più pericoloso che esisteva sulla faccia della Terra): nel giugno del 1970  Rolling Stone titolava così su Charles Manson, il mandante di due dei più efferati delitti della storia americana, all’ombra delle colline di Hollywood. Il bagno di sangue in cui furono uccisi l’attrice Sharon Tate e quattro suoi amici e, il giorno dopo, l’altrettanto feroce assassinio dell’imprenditore Leno Labianca e di sua moglie.

Il giorno dell’arresto nel 1969

Manson, che a capo della sua ‘Family‘ alla fine degli anni ’60 ha terrorizzato la California, stava scontando ben nove ergastoli. Non è finito nel braccio della morte solo perché una sentenza del 1972 ha messo la pena capitale fuori legge in California. La sua fine è  l’epilogo di una delle storie che più hanno lasciato il segno nella cultura popolare americana, suscitato l’interesse della stampa e del mondo del cinema.  L’ultimo ad appassionarsi Quentin Tarantino, col progetto di un nuovo film. E in effetti è difficile trovare una storia più ‘pulp’ di quella di Manson.

La chiave del suo personaggio sta probabilmente in un’infanzia e un’adolescenza difficilissime, con furti e violenze che lo portarono in riformatorio e in carcere diverse volte già in giovane età. Voleva fare il musicista e amava i Beatles. Il brano ‘Helter Skelter’ divenne la ‘firma’ delle sue stragi, scritta su specchi e pareti col sangue delle vittime. La più illustre Sharon Tate, che aveva 26 anni ed era incinta di otto mesi: il massacro avvenne a Beverly Hills, nella villa dove viveva con il marito Roman Polanski, che quella sera era a Londra per impegni di lavoro. C’erano però alcuni ospiti, quattro amici della coppia: nessuno sopravvisse alla furia assassina del commando inviato da Manson, armato di coltelli, un revolver e un filo di nylon. Con uno straccio intriso del sangue dell’attrice furono lasciate scritte su porte e specchi.

Nessuna pietà anche per l’imprenditore italoamericano Leno LaBianca e la moglie, uccisi il giorno dopo nella loro abitazione con oltre 40 colpi di forchetta sul capo. Lui fu ritrovato anche con un forchettone infilzato nello stomaco. Per anni si è discusso su quale sia stato il reale movente di tanta efferatezza: probabilmente una vendetta

di Manson verso persone che aveva conosciuto e che non gli avevano dato quell’opportunità in campo musicale che avrebbe voluto.

Molti altri furono i delitti riconducibili a Manson, tra cui quello di un membro della stessa setta, colpevole di aver sposato una donna afroamericana: il suo corpo fu fatto a pezzi e i vari ‘pacchetti’ furono seppelliti nel letto di un torrente. In carcere Manson aveva trasformato la X disegnata sulla fronte (vedi foto a lato)  in una svastica.

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