Mezzo milione di pensioni in vigore da oltre 36 anni, ma nel mirino di Boeri (Inps) non rientrano le vere “pensioni d’oro” e i superstipendi

Il presidente dell' Inps Tito Boeri a Napoli per la quinta edizione della Giornata Nazionale della Previdenza, 12 maggio 2015. ANSA / CIRO FUSCO

In Italia ci sono oltre 474.000 pensioni liquidate prima del 1980, quindi in vigore da oltre 36 anni. Il dato emerge dalle tabelle Inps sugli anni di decorrenza delle pensioni sugli assegni di vecchiaia (comprese le anzianità) e ai superstiti del settore privato, esclusi quindi sia gli assegni di invalidità previdenziale, sia quelli agli invalidi civili, sia le pensioni sociali, oltre, naturalmente, ai trattamenti degli ex dipendenti pubblici.

Per le pensioni di vecchiaia l’età media alla decorrenza era di 54,9 anni; per quella ai superstiti l’età media era di 41,3 anni.

In questi dati non sono compresi i baby pensionati del pubblico impiego che sono riusciti a uscire dal lavoro prima del 1992 con almeno 14 anni, sei mesi e un giorno di contributi se donne sposate con figli. L’Inps infatti al momento non diffonde statistiche che si riferiscono al settore pubblico.

Guardando solo al settore privato sono in pensione di vecchiaia da oltre 30 anni (pensioni con decorrenza antecedente al 1986) oltre 800.000 persone mentre altri 527.000 assegni sono ai superstiti. Una parte dei trattamenti potrebbe riferirsi alla stessa persona (nel caso abbia già prima di trent’anni fa avuto diritto alla pensione di vecchiaia e essendo anche superstite di assicurato). L’età media alla decorrenza era molto inferiore all’attuale perchè ci si ritirava per vecchiaia a 55 anni se donne e a 60 se uomini. Se si guarda solo alle pensioni antecedenti al 1980 (quindi in vigore da almeno 36 anni) erogate per ragioni diverse dalla vecchiaia e dall’essere superstiti, le invalidità previdenziali sono 439.718 (44,5 l’età alla decorrenza), le pensioni sociali 24.308 (33 anni l’età media alla decorrenza) e 96.973 le pensioni agli invalidi civili (23,21 anni l’età alla decorrenza).

Nel 2015 le pensioni liquidate per anzianità sono state 238.400 con un’età media alla decorrenza di 62,55 anni mentre quelle ai superstiti sono state 173.378 con un’età media alla decorrenza di 73,89 anni.

Boeri insiste sul contributo dalle pensioni alte – Il presidente Inps, Tito Boeri, interpellato sui dati che abbiano riferito sopra,  torna sulla necessità del contributo di solidarietà: “Siccome son state fatte delle concessioni eccessive in passato e queste concessioni eccessive oggi pesano sulle spalle dei contribuenti – dice a margine del convegno Città Impresa – , credo che sarebbe opportuno andare per importi elevati a chiedere un contributo di solidarietà per i più giovani e anche per facilitare e rendere più facile anche a livello europeo questa uscita flessibile”.

Boeri  poi si addentra in altre considerazioni, alcune delle quali sono plausibili mentre altre appaiono del tutto arbitrarie e addirittura cervellotiche se non “jettatorie” quando ipotizza di rivedere i diritti acquisiti ai danni di quei pensionati che… si ostinano a non morire anche per rendere più sostenibile il sistema pensionistico. “Abbiamo formulato delle proposte molto articolate, che guardano all’età, alla decorrenza della prima pensione – dice-. Perché quando si guarda anche agli importi pensionistici bisognerebbe sempre guardare da quanto tempo vengono percepiti questi importi. Possono essere anche importi limitati ma se uno li ha percepiti da quando aveva meno di 40 anni, chiaramente cumulandosi nel tempo vengono a stabilire un trasferimento di ricchezza pensionistica considerevole”.

E se gli si fa notare che che in Italia è molto alto numero di pensioni inferiori ai 750 euro al mese (quasi 6 su 10), il presidente dell’INPS  invita a “guardare al dato medio per pensionato, e non alla pensione media”, perché ci  sono molti  pensionati che percepiscono più di un trattamento”. Comunque, quando i dati medi per pensionati per il 2014 cominceranno ad essere disponibili, cioè a partire da luglio,  il quadro sarà più chiaro, ma è difficile che posano spostare di molto la situazione. In realtà il vero scandalo in Italia – oltre alle super pensioni, talvolta persino doppie o triple (queste, sì, da “alleggerire” a beneficio del sistema pensionistico generale) – sono i super stipendi, accessoriati di benefit d’ogni specie, percepiti da super burocrati della pubblica amministrazione e da manager di banche e aziende pubbliche e private, integrati da liquidazioni milionarie. E’ lì che lo Stato deve  andare a riscuotere, con adeguati meccanismi fiscali da applicare agli indebiti e comunque spropositati guadagni.

Tito Boeri infine sottolinea l’importanza di intervenire “in tempi ragionevolmente stretti” con una riforma per avere maggior flessibilità nelle pensioni, così come chiesto ieri al governo dai sindacati. “Non è qualcosa che si può rimandare a lungo”, ha detto, “e soprattutto gli aspetti più importanti sul mercato del lavoro sono qualcosa su cui bisogna intervenire adesso, perché il blocco morde e in qualche modo ostruisce l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro adesso, non fra tre anni”.

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