MATTEO COSENZA/ Comunicazione e dialettica degli opposti

matteo-cosenzaFBdi Matteo Cosenza/

La cosa più insopportabile dei tempi che viviamo in questo malandato paese è il dilagare impetuoso e irrefrenabile di una concezione che straccia in un sol colpo millenni di pensiero umano: la generalizzazione o, per dirla con una frase fatta, fare di tutta l’erba un fascio. Non so se quello che appare rifletta effettivamente l’opinione della gente. Mi spiego. Il bombardamento permanente di una comunicazione, spesso a senso unico, lascerebbe immaginare che quello che si sente in tv o si legge sulla rete e, sempre meno, sui giornali corrisponda a quello che pensano le persone, e forse sarà anche così perché oggi il confine tra le due realtà, quella virtuale e quella reale, è sempre più labile. Sta di fatto che ormai conta tanto, troppo, quello che appare e chi più appare ha già quasi vinto la gara: un twitter ogni paio di ore basta a un capo di governo per tenere la scena ventiquattro ore su ventiquattro, e quello che dico oggi sarà consumato e dimenticato nel giro di qualche ora.

Io ero fermo (!), e testardamente lo sono ancora, all’idea che un grande filosofo ci avesse fornito la chiave per capire la realtà e tenere alto il livello di civiltà. Mi riferisco a Benedetto Croce, che da buon marxista ho letto sui banchi di scuola e fuori, all’inizio con qualche prevenzione e poi con la felicità di scoprire che i risultati della sua speculazione valevano per chiunque. Del resto, per lui come per Marx il punto di partenza era Hegel, e ambedue fecero i conti con la dialettica degli opposti di quest’ultimo approdando a esiti diversi. Ma a me preme dire di Croce e della sua idea che nello spirito e, quindi, nella realtà ci sono sì gli opposti che, come insegna Hegel, possono essere ricondotti a sintesi, ma che ci sono anche i distinti che tali restano. Dunque, se nel pensiero e nelle cose c’è la distinzione noi dobbiamo tenerne conto. La distinzione presuppone un’analisi corretta della realtà, quindi una conoscenza articolata e precisa. Questo passaggio è fondamentale per cercare le soluzioni, che ovviamente possono essere diverse ma che scaturiranno dalle scelte che si faranno e non dalla confusione e dall’ignoranza.

Ora, mi chiedo e vi chiedo, non sembra che la confusione che regna sovrana da noi, in ogni campo e materia, sia il risultato di questo obnubilamento della nostra mente, di questa incapacità di analizzare, di distinguere e di conoscere? Ma, e questa è davvero una domanda retorica, tutto ciò non è funzionale a chi ha le leve del potere?

* Matteo Cosenza 

giornalista e scrittore

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