Martedì le elezioni di midterm negli Usa per eleggere la nuova Camera e un terzo del Senato, oltre ad alcuni governatori. Sondaggi favorevoli ai democratici, ma…

 Martedì 6 novembre negli Stati Uniti si terranno le elezioni di midterm (medio termine), cioè quelle che si tengono a metà della durata del mandato presidenziale. Si tratta di un appuntamento elettorale che si tiene ogni quattro anni, che serve ad eleggere la totalità dei 435 membri della Camera e un terzo dei 100 membri del Senato, nonché le assemblee elettive e i governatori di alcuni Stati dell’Unione.

Per che cosa si vota – Quest’anno i democratici devono strappare ai repubblicani almeno 23 seggi per conquistare il controllo della Camera, un traguardo che il partito d’opposizione, a due anni dalla batosta elettorale del 2016, sembra – secondo i sondaggi – poter conseguire. Il Cook Political Report ritiene che la tendenza degli ultimi giorni potrebbe confermare l’ottimismo dei democratici, dal momento che vi sono più distretti attualmente controllati dai repubblicani che tendono verso i democratici (17 a 2) oppure ancora indecisi (28 ad 1). Ma “i giochi non sono assolutamente chiusi – secondo il New York Times – considerando che per centrare l’obiettivo, i democratici non solo devono confermare tutti i loro attuali seggi, ma devono anche vincere in tutti i distretti Gop in cui sono dati in testa ed aggiudicarsi almeno 6 degli indecisi.

La eventuale vittoria democratica alla Camera potrebbe essere cruciale per il partito d’opposizione, che non solo potrebbe avviare, come sostiene la sua ala più liberal, la procedura di impeachment di Trump, ma anche paralizzare la sua agenda legislativa. Ad animare la ‘blue wave’ (il blu è  il colore dei democratici, opposto al rosso dei repubblicani) lanciata alla conquista della Camera – cioè  il movimento che affonda le sue radici nella campagna per le primarie di Bernie Sanders e che si è rafforzato in questi due anni di ‘resistenza’ a Trump – vi sono infatti soprattutto candidati progressisti, con programmi apertamente di sinistra, con molte donne giovani ed appartenenti alle minoranze. Dal canto suo il presidente Trump, per contrastare l’offensiva degli avversari, è tornato ad usare toni ispirati alla furia e alla paura puntando sulla lotta alla presunta invasione di migranti e sulla crociata contro lo ius soli come strategia elettorale.

Effetti per l’Europa – Queste elezioni statunitensi potrebbero avere una ricaduta politica anche sul piano internazionale. L’eventuale sconfitta di Trump infatti potrebbe indebolire i movimenti sovranisti europei, soprattutto in vista delle elezioni europee che si terranno nel 2019. Inoltre potrebbero bloccare o per lo meno alterare l’agenda legislativa del presidente statunitense, con effetti immediati anche per gli altri paesi.

Commenta per primo

Lascia un commento