Maledizione Europa per la “Lanterna”: Sampdoria, avvio shock. Il Vojvodina ne fa 4 e Zenga è già sulla graticola

walter-zenga-675di Fabio Camillacci/

La “Lanterna” di Genova non brilla in Europa e sa tanto di maledizione. I rossoblù del Genoa avevano conquistato il diritto al terzo turno preliminare di Europa League sul campo, ma, problemi di licenza Uefa li hanno esclusi a vantaggio dei cugini sampdoriani. Stasera: il crollo della Doria. Allo stadio Olimpico di Torino,perchè al Ferraris di Genova sono in corso lavori di rifacimento del manto erboso, la Samp subisce un clamoroso 0-4 firmato Vojvodina. Dunque, qualificazione compromessa già in questo match d’andata e a livello internazionale la nuova stagione del calcio italiano parte con un flop che lascia di sasso. Dopo aver chiuso in vantaggio per 1-0 il primo tempo, la squadra serba dilaga nella ripresa facendo esplodere la rabbia dei tifosi blucerchiati (nella foto in alto: la delusione di Muriel, Barreto e Cassani).

Dura lezione per Walter Zenga. Strano il destino, Sampdoria umiliata proprio dal club in cui si formò prima da giocatore e poi da allenatore il mito Vujadin Boskov. Mister Zenga (foto in basso) ha l’alibi (fino a un certo punto) della condizione fisica (i serbi erano alla settima partita ufficiale, i blucerchiati al debutto), quello delle assenze per infortunio di Moisander e Correa e di un mercato ancora incompleto; ma certo nessuno poteva prevedere una sconfitta di tali proporzioni che lascia pochissime speranze in vista del ritorno di giovedì 6 agosto. A Novi Sad, bisognerà almeno onorare la memoria di Boskov. Ma la qualificazione, oggi, appare una missione impossibile.

Contestazione a fine gara: hanno (già) ucciso “l’Uomo Ragno”? Parafrasando gli “883” è proprio il caso di porsi questo interrogativo, alla luce di quanto visto sugli spalti a fine partita. Walter Zenga va sotto la Curva blucerchiata provando a a metterci subito la faccia: i tifosi arrivati a Torino fischiano, ma il tecnico invita i giocatori a presentarsi sotto il  settore ultras per salutare, ringraziare per il tifo (fino al secondo gol serbo) e chiedere scusa. I fischi, a quel punto, aumentano, e sono indirizzati soprattutto a lui, a Walter Zenga. “Colpa mia”, recita il labiale dell’allenatore, lo ripete di continuo, aggiungendo: “Io sto qui, ci metto la faccia”. La scena va avanti per un minuto scarso, fischi ed epiteti continuano, poi Zenga toglie il disturbo innescando una sorta di staffetta col presidente Massimo Ferrero.

Scene da cinepanettone in salsa doriana. Patron Ferrero, con tanto di mega “pashmina blucerchiata” che bacia ripetutamente, dopo un rapido scambio di sguardi con Zenga si presenta sotto la Curva lanciando baci a tutti (non solo alla pashmina). Lui non chiede scusa, dice semplicemente “Grazie”. Anche se parte qualche fischio e qualche insulto pure all’indirizzo del presidente, la contestazione si placa ma la stagione 2015-2016 della Sampdoria e del calcio italiano in Europa parte nel peggiore dei modi. “Lanterna” spenta.

 

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