MALEDIZIONE CHAMPIONS/ A Torino sfiorata una strage come all’Heysel nel 1985. La Procura indaga sui fatti di piazza San Carlo: “E’ stata una bravata, qualcuno ha voluto scatenare il panico”. Migliora il bimbo cinese di 7 anni gravemente ferito

di FABIO CAMILLACCI/ Champions maledetta per la Juventus,non solo dal punto di vista sportivo. Sono passati 32 anni dalla terribile notte dell’Heysel e sabato a Torino è stata sfiorata una strage simile, stavolta non per colpa di ultras o hooligans ma per colpa della psicosi terrorismo. Il boato, la paura, le facce sbigottite, quella processione di scarpe una dietro l’altra. E soprattutto, adesso, le responsabilità da accertare. Il giorno dopo la follia di piazza San Carlo a Torino, la ressa che ha provocato 1527 feriti (questo il dato ufficiale fornito dalla Prefettura) tra i tifosi bianconeri che stavano seguendo la finale di Champions League sul maxischermo, resta la necessità di fare chiarezza sul falso allarme che ha scatenato il panico e spedito all’ospedale ben 1527 persone. Il caso, già rovente sul fronte politico, è solo all’inizio dal lato giudiziario. La Procura di Torino ha aperto un’inchiesta per stabilire chi, e cosa, abbia provocato la folle corsa dei tifosi impauriti. Qualcuno che abbia gridato “bomba, bomba”? O solo il rumore provocato dalla griglia che ha ceduto sulla rampa delle scale? Per ora l’ipotesi di reato formulata è quella di procurato allarme.

Le indagini. La Digos, dopo aver visto filmati su filmati, ha cercato un ragazzo a petto nudo che, un attimo prima che si creasse il panico, si è messo in una posizione apparentemente evocativa di un gesto da kamikaze, con le braccia aperte, davanti al ristorante Caval ‘d Brons al terzo gol del Real Madrid. Due ragazzi sono stati denunciati e, stando alle prime notizie che filtrano, avrebbero ammesso la bravata. Sempre per la ricerca di informazioni, la Questura ha messo a disposizione due indirizzi mail: ufficiostampa.questura.to@poliziadistato.it, e digos.quest.to@pecps.poliziadistato.it. Fa discutere tra i tifosi juventini anche la gestione della piazza. In molti sui social hanno fatto notare la scarsità di vie di fuga e la massiccia presenza di bottiglie di vetro, vendute dagli ambulanti: vetri che gettati a terra hanno ferito molti dei tifosi sommersi dalla calca.

I feriti, il più grave un bimbo di 7 anni. Dopo una notte shock, i feriti più lievi (tagli ed escoriazioni) sono stati già quasi tutti dimessi dagli ospedali del Torinese, anche se in mattinata è proseguito il via vai nei pronto soccorso. Chi preoccupa di più, è il bambino di 7 anni rimasto schiacciato nella calca, uno dei tre feriti in codice rosso. Si chiama Kelvin, è cinese, suo papà Xinguang vive e lavora a Torino da 35 anni nel settore della ristorazione. Lo stesso papà in ansia per il piccolo ha reso noto: “Domani lo sveglieranno dal coma farmacologico me lo hanno detto i medici. Ci hanno assicurato che sta un po’ meglio”. Ha riportato un trauma cranico e un trauma toracico e la prognosi resta riservata. Con il piccolo, in piazza, c’erano la sorella Angela di 20 anni che racconta:  “Eravamo vicino al maxi schermo all’angolo con una via. Volevamo già allontanarci perché c’era troppa confusione. Ma è scoppiato il panico: tutti correvano. Un uomo di colore mi ha aiutato a tirare fuori il mio fratellino dalla calca. Vorrei rintracciarlo per ringraziarlo”. Il terrorismo islamico non ha colpito l’Italia (almeno fino a oggi) ma questa è la conseguenza di quanto sta accadendo nel mondo per colpa dell’Isis. Lo Stato Islamico purtroppo ha raggiunto il suo scopo: spargere il terrore.

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