Lo “stress test” dell’EBA (European Banking Authority) dice che le 4 banche italiane esaminate sono in buona salute

Lo stress test reso noto oggi dall’Eba (European Banking Authority) attesta che le 4 banche italiane prese in esame sono in buona salute.

Gli stress test sono le prove a cui periodicamente l’Autorità bancaria europea (Eba) sottopone gli istituti del Vecchio Continente, misurando la loro tenuta nel caso in cui si realizzasse uno scenario economico e finanziario particolarmente avverso. Due anni fa la bocciatura accelerò la corsa verso la crisi del MontePaschi di Siena (Mps), poi evitata grazie all’intervento dello Stato. Quest’anno la banca senese è esclusa dall’esame, perché è sottoposta a un Piano di ristrutturazione concordato con le autorità europee. Sono invece stati di nuovo ‘radiografati’ altri 48 istituti europei, di cui quattro italiani: Intesa, Unicredit, Ubi Banca e Banco Popolare di Milano.

Non ci sono promozioni o bocciature, ma solo un’indicazione di ciò che può accadere a ciascun istituto bancario di fronte a uno scenario avverso. Anche Bper, Mediobanca, PopSondrio, Iccrea, Credem e Carige sono stati sottoposti a un esame. Per loro non c’è pagella, ma i risultati forniranno alla Bce una base per stabilire i requisiti di adeguatezza patrimoniale (Srep) dei singoli istituti. Lo scenario avverso considerato per gli stress prevede per l’Italia un calo del Pil cumulato del 2,7% nel triennio 2018-2020. La fotografia si basa sui bilanci 2017.

Nel dettaglio l’EBA l’indica per Unicredit un capitale al 9,34% in caso di scenario avverso nel 2020 (al 10,31% nel 2018, al 9,58% nel 2019) contro un dato della situazione al 2017 ridefinito al 12,80%. Il delta negativo in presenza di scenario avverso al 2020 è indicato fra un massimo di 438 e un minino di 346 punti base.

Lo stress test indica per Intesa Sanpaolo un capitale all’10,40% in caso di scenario avverso nel 2020 (al 10,80% nel 2018, al 10,64% nel 2019) contro un dato della situazione al 2017 ridefinito al 13,24%. Il delta negativo in presenza di scenario avverso al 2020 è indicato fra un massimo di 287 e un minino di 284 punti base.

Lo stress test indica per Bpm un capitale all’8,47% in caso di scenario avverso nel 2020 (al 9,93% nel 2018, al 9,40% nel 2019) contro un dato della situazione al 2017 ridefinito al 13,94%. Il delta negativo in presenza di scenario avverso al 2020 è indicato fra un massimo di 547 e un minino di 389 punti base.

Lo stress test indica per Ubi (Unione di Banche Italiane) un capitale all’8,32% in caso di scenario avverso nel 2020 (al 9,76% nel 2018, al 9,25% nel 2019) contro un dato della situazione al 2017 ridefinito all’11,70%. Il delta negativo in presenza di scenario avverso al 2020 è indicato fra un massimo di 338 e un minino di 324 punti base.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, prende atto con soddisfazione dell’esito degli stress test condotti dall’Autorità bancaria sullo stato di salute del sistema bancario italiano. Lo rende noto il ministero dell’Economia in una nota.

Per Bankitalia l’Italia in media Ue  – “Per le quattro banche italiane incluse nel campione la riduzione media ponderata del CET1 ratio nello scenario avverso è pari a 3,9 punti percentuali su base fully loaded, un risultato in linea con quello medio del complesso delle banche dell’SSM (meccanismo unico vigilanza) incluse nel campione e con la media totale EBA”. Lo afferma la Banca d’Italia che ricorda come “nel complesso le banche europee hanno mostrato una buona capacità di tenuta”. “I risultati confermano il generale rafforzamento della solidità del sistema bancario europeo”.

Per la Deutsche Bank stime inferiori a quelle delle banche italiane  – I dati per Deutsche Bank sono più bassi di quelli delle banche italiane: in caso di scenario avverso il capitale è indicato per l’istituto tedesco per il 2020 al 8,14% contro il 14,65% del 2017 e un delta negativo indicato fra 666 e 651 punti base. Ancor peggio Nordeutsche Landesbank, il cui dato Cet1 transitional con scenario avverso nel 2020 è il più basso fra tutte le banche censite: al 7,07%. Risultati poco brillanti pure per le quattro banche britanniche sullo sfondo delle incognite della Brexit: con uno scenario avverso al 7,28% nel 2020 per Barclays, all’8,55 per Lloyds, al 9,42 per HSBC, al 9,93 per Rbs e con delta negativi compresi per tutte e quattro fra gli oltre 500 e gli oltre 600 punti base. Il dato Cet1 transitional aggregato di tutte e 48 le banche prese in esame (di 15 Paesi dell’Ue o dell’Area Economica Europea) è indicato al 10,3% con condizioni avverse nel 2020, contro un punto di partenza nel 2017 fra 14,4 e 14,5%. Il dato Cet1 fully loaded è invece al 10,1% in presenza di scenario avverso 2020 (punto di partenza 2017 fra 14 e 14,2%).

Commenta per primo

Lascia un commento