L’ISTAT: aumentati gli italiani in condizione di povertà. Ecco le cifre

Sono aumentati in questi ultimi due anni gli italiani in condizioni di povertà assoluta. L’Istat dà le cifre: 4 milioni e 598mila italiani, pari al 7,6 per cento della popolazione residente nel 2015, è risultato sotto la soglia minima. E’ il numero più alto dal 2005 e riguarda un milione e 582mila famiglie. Il fenomeno è in aumento al Nord soprattutto per l’ampliarsi della presenza di nuclei di soli stranieri. L’incidenza si è mantenuta stabile negli ultimi tre anni per le famiglie, mentre è cresciuta se misurata in termini di persone,  perché colpisce soprattutto quelle più numerose.

La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è risultata nel 2015 pari a una spesa di 1.050,95 euro al mese. Per quanto riguarda i poveri assoluti, la valutazione varia a seconda dell’area: ad esempio, per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà assoluta è pari a 819,13 euro mensili se risiede in un’area metropolitana del Nord, a 734,74 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 552,39 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno.

L’Unione nazionale consumatori ha lanciato l’allarme. “Una vergogna nazionale”, ha detto il segretario Massimiliano Dona, “che dimostra come in questi anni non si sia fatto nulla per ridurre le diseguaglianze e aiutare chi ha più bisogno. Urge una riforma fiscale che, finalmente, rispetti l’articolo 53 della Costituzione, articolo evidentemente sconosciuto alla classe politica. Per questo chiediamo al governo di estendere immediatamente il bonus di 80 euro anche agli incapienti, a cominciare da quelli che sono ora costretti a restituire i 4 soldi ricevuti”.

Un dato significativo è il seguente: l’incidenza di povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento (il valore minimo, 4,0%, tra le famiglie con persona di riferimento ultrasessantaquattrenne) e del suo titolo di studio (se è almeno diplomata l’incidenza è poco più di un terzo di quella rilevata per chi ha al massimo la licenza elementare). Si amplia l’incidenza della povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento occupata (da 5,2 del 2014 a 6,1%), in particolare se operaio (da 9,7 a 11,7%). Rimane contenuta tra le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro e impiegato (1,9%) e ritirata dal lavoro (3,8%).

Anche la povertà relativa risulta stabile nel 2015 in termini di famiglie (2 milioni 678 mila, pari al 10,4% delle famiglie residenti dal 10,3% del 2014) mentre aumenta in termini di persone (8 milioni 307 mila, pari al 13,7% delle persone residenti dal 12,9% del 2014). Nel 2015 la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie numerose, in particolare tra quelle con 4 componenti (da 14,9 del 2014 a 16,6%,) o 5 e più (da 28,0 a 31,1%).

 

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