LEWIS THE KING/ Hamilton re d’Ungheria, le due Ferrari sul podio. Vettel limita i danni ma il britannico Mercedes allunga su Seb

di MARCO VALERIO/ Il re d’Ungheria è ancora una volta lui, “The King” Lewis Hamilton, sempre più vicino a diventare un’altra volta re del mondo. Questo di Budapest era, o almeno avrebbe dovuto essere, un circuito pro Ferrari. E invece ancora una volta Lewis, da autentico fuoriclasse dell’automobilismo, ha sfruttato tutti i vantaggi che aveva saputo costruirsi nelle pazze qualifiche bagnate del sabato. E così il britannico della Mercedes è andato a prendersi il sesto successo in carriera all’Hungaroring, il quinto stagionale, davanti alle due “Rosse”: secondo Sebastian Vettel, terzo Kimi Raikkonen. Hamilton pertanto se ne va in vacanza con 24 punti di vantaggio su Vettel in classifica piloti.

Lo start del GP d’Ungheria. Le cose che contano sono due: la scelta delle gomme, visto che la Q2 ha tolto gli obblighi e almeno potenzialmente scatenato la fantasia, e, ovviamente la partenza. Dunque Hamilton, Bottas e Raikkonen con le ultra soft; Vettel con le soft. Poi il via: Hamilton è primo, l’altro uomo Mercedes Valtteri Bottas secondo, a seguire ci sono le Ferrari: Sebastian Vettel terzo, Kimi Raikkonen quarto. Il primo colpo di scena al 6° giro è il ritiro di Max Verstappen che in partenza era balzato dal 7° al 5° posto bevendosi Gasly e Sainz con una mossa spregiudicata delle sue. Un problema alla Mgu-K della Red Bull lo mette fuori gioco. Dal muretto, il capo Chris Horner, è furibondo e tuona: “La Renault ci deve delle scuse”.

Le soste di gara. Partenza e gomme a parte, nella Formula 1 di oggi sono fondamentali i tempi dei pit stop dei big. Per i due scudieri finlandesi al 15° giro Raikkonen e al 16° Bottas. Hamilton si ferma e infila le soft al 25°: potrà farne altri 45 senza fermarsi più? Si. Vettel invece cambia le gomme alla 39° tornata. Intanto da dietro Daniel Ricciardo toccato al via da Marcus Ericsson, si scatena. Nei primi 4 giri passa le due Force India, di Sergio Perez e Esteban Ocon, al 6° la McLaren di Vandoorne, al 9° l’altra, quella di Fernando Alonso, all’11° Grosjean. Come se non bastasse, tra 16° e 17° supera Hartley e Sainz, al 21° Magnussen (con un capolavoro), al 27° Gasly, per andare a piazzarsi al 5° posto. Fa 44 giri con le soft, e quando rientra è sempre 5°. Il secondo pit di Raikkonen è al 38° giro, per mettere altre soft. Poi è una lunga attesa per arrivare a capire se tutte quelle gomme soft messe alla frusta dalle Mercedes dureranno su 50° e più dell’asfalto.

Il gran finale. A dieci giri dalla fine Hamilton è davanti con 15-17” sul compagno Bottas che ha gli stessi pneumatici dal 16° giro. Le Ferrari di Vettel e Raikkonen, sono appiccicate a Valtteri. E per Kimi è una grande impresa, perché a differenza di tutti gli altri lui di soste ne ha fatte due, e in più per un problema non può bere, con questo caldo. La preparazione dell’attacco dura 5 giri. E finalmente al 65° eccolo: Seb lo prepara perfettamente, e tra le curve 1 e 2 lo piazza, Bottas tira la staccata fino in fondo, difende, al limite, e tocca la SF71H di Seb, che resta miracolosamente illesa. Tra loro si infila anche Kimi. Fiato sospeso, nessun danno alla Ferrari di Vettel, Mercedes di Bottas con l’ala anteriore danneggiata. Bottas viene attaccato da Ricciardo, altro contatto, con il finlandese che allunga la traiettoria e spedisce fuori pista l’australiano: riceverà a fine gara 10 secondi di penalità che non modificheranno la sua posizione. Daniel però ha solo rimandato l’attacco fino all’ultimo giro, dove lo piazza e gli riesce. Partito 16°, ha l’auto tutta danneggiata, ma chiude 4°. Bottas 5°. Ferrari sul podio. Mentre Lewis Hamilton “The King”, è là davanti: imprendibile. Ora tutti in ferie: si riprende tra poco meno di un mese, il 26 agosto, col Gran Premio del Belgio a Spa.

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