LEGGENDA REAL/ Il Madrid sempre più nella storia: a Kiev contro il Liverpool arriva la terza Champions di fila, la 13° per le “Merengues”. Decisive due papere del portiere dei “Reds” Karius

di FABIO CAMILLACCI/ Il Real Madrid si conferma la storia del calcio. I “Galacticos” migliorano il proprio record: i primi a vincere due Champions League di fila e adesso i primi a calare uno storico tris. Tra il 1956 e il 1960, il Real fu capace di vincere 5 Coppe Campioni consecutive. Questa competizione è la loro casa, vincere la Champions è la loro missione: ce l’hanno nel dna. Con questa sono ben 13, ecco dunque la “Decima terceira”. A Kiev, un buon Liverpool tradito dallo sciagurato Karius si arrende: finisce 3-1 per le super “Merengues”. Klopp dunque fallisce un’altra finale dopo quella di Champions persa nel 2013 alla guida del Borussia Dortmund nel derby tedesco contro il Bayern Monaco, e quella di Europa League persa nel 2016 alla guida del Liverpool contro il Siviglia. Jurgen Klopp si conferma perdente di successo ma stasera c’è davvero poco da rimproverargli, a parte la scelta del portiere. Quando perdi perché gli avversari sull’1-1 gettano in campo una “riserva” da 100 milioni di cartellino come Gareth Bale, che si inventa un gol capolavoro in rovesciata, c’è poco da fare. Dunque, Madrid sempre più capitale del calcio europeo: questo trionfo madridista infatti bissa il successo dell’Atletico in Europa League. Una doppietta che deve far riflettere le altre grandi d’Europa.

Gara comunque equilibrata la finalissima Champions in terra d’Ucraina. Una partita incerta, combattuta. Il Real Madrid è lo stesso di Cardiff, con Benzema titolare invece di Bale, perché il partito di Cristiano Ronaldo diventa maggioranza assoluta nelle grandi occasioni e Zizou non vuole stare all’opposizione. Klopp, però, quella finale con la Juventus l’ha vista e l’ha studiata. E così manda Henderson a ringhiare su Isco ogni volta che il 22 in maglia bianca arretra per andare a prendersi il pallone nella zona del trio delle meraviglie Modric-Casemiro-Kroos. Benzema è l’unico a mettere il pallone in rete prima dell’intervallo, ma l’arbitro serbo Mazic annulla per fuorigioco dopo l’incornata di CR7 sotto la marea rossa del tifo “scouser”.

I primi 45 minuti sono segnati da due drammi personali. Quello del rientrante madridista Carvajal, costretto a lasciare il posto a Nacho. E soprattutto, pochi minuti prima, quello di Salah. Il duello da Pallone d’oro con CR7, per l’egiziano, dura pertanto lo spazio di una mezz’ora. Poi cade colpito da Ramos, si rialza, si sdraia di nuovo e piange mentre Lallana prende il suo posto. Piange anche Carvajal: perchè lo spagnolo e l’egiziano rischiano di perdere il Mondiale che sta per cominciare in Russia.

Nella ripresa, Real chirurgico favorito dalle follie di Karius. Come già era accaduto in Galles un anno fa, il Madrid esce dagli spogliatoi con un altro piglio e trova il vantaggio. Ma è il Liverpool che improvvisamente viene colto da un’irrefrenabile voglia di farsi del male. Prima i “Reds” concedono con una carambola a Isco la palla-gol perfetta, ma il fuoriclasse spagnolo centra la traversa col destro. Poi Karius fa una cosa da torneo dell’oratorio e regala l’1-0 ai “Blancos”, rinviando con le mani sul piede di Benzema. Klopp è impietrito, ma per sua fortuna il disagio di questa papera surreale dura solo 5 minuti: corner per il Liverpool con Milner che chiede l’aiuto del suo pubblico, torre di Lovren e deviazione vincente di Mané. È l’1-1, si riparte da capo.

Capolavoro Bale. Decisivo il cambio di Zidane: fuori Isco, dentro Bale. Ed ecco che accade l’incredibile: trascorre una manciata di secondi e il gallese tocca il suo primo pallone in rovesciata, andando in cielo col prediletto piede sinistro sul cross di Marcelo, per un 2-1 che fa venir giù la parte bianca dello stadio Olimpiyskiy. Che gol. Il pensiero torna all’acrobazia di Zidane calciatore che nel 2002 decise la finale di Champions contro il Bayer Leverkusen. Dunque, dopo quella di CR7 contro la Juve, ancora una “chilena” per questa squadra extra-terrestre. Ma non è finita, i “Reds” non mollano e colpiscono il palo con Mané al 70′. Una reazione stroncata nuovamente da Karius con la seconda “paperona” della serata. Doppietta per il gallese, in serata di grazia, tra talento e buona sorte. La “fiesta grande” madridista può cominciare anche se c’è ancora spazio per un invasione di campo solitaria mentre CR7 cerca il poker e la gloria personale. Non ci sono più parole per questo Real Madrid che alza al cielo la terza Champions di fila, la quarta in 5 anni, la 13° della sua storia. Real, la storia del calcio.

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