L’EDITORIA NEL SEGNO DELLA CONCENTRAZIONE. UN BENE O UN MALE?

ORA di puntadi NUCCIO FAVA – E’ di queste ore la notizia della nascita del più grande polo dell’informazione quotidiana, composto dal gruppo Espresso con la Repubblica e la catena di giornali locali, La Stampa, con l’aggiunta e il Secolo XIX.

Il Foglio aveva fatto circolare le anticipazioni e le indiscrezioni, quasi ad avvertire e preparare il grande evento. Si tratta di un sogno antico, coltivato segretamente dallo stesso avvocato Agnelli, da Carlo Caracciolo e in fondo pure da Eugenio Scalfari, che aveva venduto a Carlo De Benedetti la proprietà dei suoi “gioielli”.

Ora un impegnativo matrimonio si è contratto e segnerà una nuova pagina nel mondo dell’editoria, non solo italiana. Sarà interessante seguire sviluppi e prospettive anche per i riflessi che l’operazione avrà sul versante del Corriere della Sera, in piena trasformazione di assetto proprietario e di equilibri redazionali. L’Italia, l’Europa e il mondo, specie in presenza di una crisi profonda come l’attuale, hanno bisogno di una informazione adeguata, di una narrazione, come ormai si usa dire, attenta il più possibile a contribuire a fornire il senso e il significato di quanto accade per favorire ed alimentare la speranza di sviluppo di una opinione pubblica su scala planetaria, consapevole della posta in gioco per il futuro stesso dell’umanità.

C’è solo da augurarsi che l’alleanza non avvenga all’insegna della omologazione e della soggezione a chi detiene le leve del potere politico.

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