LE LEGGI-SPOT DEL GOVERNO RENZI

ORA di puntadi ENNIO SIMEONE/

Ma si può continuare a governare l’Italia a colpi di slogan, di provvedimenti legislativi annunciati in tv prima che nel consiglio dei ministri e in parlamento sull’onda di una emozione o sotto la spinta del recupero di uno straccio di popolarità? Secondo noi no. Il governo di un paese deve muoversi lungo il percorso tracciato da un programma, cioè da un disegno strategico sul quale si chiede e si ottiene in consenso. Un disegno strategico che corrisponda a dei valori e ad una visione della società che si vuole costruire, sulla base di un mandato ottenuto dall’elettorato.

In Italia sta accadendo l’esatto contrario. Il capo del governo e del maggiore partito naviga a vista:  secondo l’aria che spira, annuncia leggi via twitter o davanti al primo microfono che gli capita a tiro quando ha l’esigenza di acchiappare consensi facili, e spara condanne sprezzanti, dandogli del “gufo”, contro chiunque gli si opponga.

L’ultimo esempio ci viene dall’improvviso lancio della proposta (in realtà una decisione fotocopia di stampo berlusconiano) di alzare da 1000 a 3000 euro il tetto del contante usabile per le transazioni, nello stesso momento in cui la Francia lo riduce da 3000 a 1000. E’ una spinta all’evasione e un incoraggiamento ai riciclatori di denaro sporco, non certo un favore alle persone rispettose della legalità e della trasparenza.

Ma evidentemente è una fetta di elettori nella quale Renzi conta di raccogliere parecchi adepti.

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