L’APPELLO/ Il depotenziamento della Vigilanza assicurativa e previdenziale è un attacco al cuore del welfare e dello stato sociale. Ecco perché, cifre alla mano

Gentile direttore, Le trasmetto per la pubblicazione questo testo elaborato da un gruppo di Ispettori dell’Inps per segnalare quanto sta accadendo nel settore della Vigilanza  assicurativa e previdenziale.

Rita Pompei

Come cittadini operanti nell’ambito del settore della Previdenza poniamo all’attenzione della opinione pubblica quanto sta accadendo nel mondo della Vigilanza assicurativa e previdenziale. In modo particolare vogliamo segnalare le profonde e nefaste conseguenze a cui tutto il sistema previdenziale italiano potrebbe andare incontro qualora non venissero apportati in tempi rapidi gli urgenti aggiustamenti sostanziali per fermare la deriva in corso.

E’ a rischio la tenuta di un’ampia parte del welfare e sta passando, sotto traccia, la demolizione di un importante presidio a tutela delle posizioni contributive assicurative dei lavoratori e delle legittime aspettative delle prestazioni conseguenti.

Il Dlgs 149/2015 ha istituito l’Ispettorato Nazionale del Lavoro con l’obiettivo di “coordinare” il settore della vigilanza sul lavoro e anche al fine di “evitare duplicazioni” nei controlli. Su questo secondo aspetto sarebbe opportuno aprire uno specifico capitolo ma non è questo l’obiettivo di questa segnalazione. (In seguito si potrà approfondire l’argomento, magari alla luce dell’inesistenza di dati ufficiali specifici e dell’assoluta inconsistenza quantitativa di tale presunta problematica che, grazie alle attenzioni procedurali in atto oramai da parecchi anni, fanno sì che il riscontro derivante dall’effettiva attività svolta quotidianamente sul campo sia pari a zero.)

Per questo nuovo Ente dovranno operare gli ex ispettori delle Direzioni territoriali del lavoro, gli ispettori INPS, gli ispettori INAIL (le ultime due categorie, pur se inserite in un ruolo ad esaurimento nei rispettivi Istituti, saranno di fatto dirette dall’Ispettorato).

Nei fatti, il Dlgs 149/2015 ha accentrato presso l’Ispettorato Nazionale del Lavoro l’intera e complessa materia della vigilanza sul lavoro e i controlli sulla parte contributiva ed assicurativa, con la diretta conseguenza che il sistema di Vigilanza INPS/INAIL rischia di essere smantellato e forzatamente “traslocato” al nuovo Ente.

L’efficacia dei controlli operati dagli Enti non risiede nel semplice possesso di poderose banche dati (l’INPS gestisce, implementa e aggiorna quotidianamente programmi e procedure di consultazione del più vasto patrimonio di dati in Italia, in tempo praticamente reale rispetto alle pressoché quotidiane novità legislative e normative in genere), ma piuttosto nel continuo scambio di informazioni che precede, accompagna e segue ogni accertamento, dalla sua apertura, alla conduzione, alla definizione. E anche dopo, quando le risultanze degli accertamenti devono tradursi in registrazioni concrete sui conti previdenziali dei lavoratori, altrimenti lasciati lacunosi dalle evasioni ed elusioni contributive perpetrate ai loro danni. E questi scambi non avvengono sterilmente, rilevando crude informazioni da banche dati di per sé immobili, ma interagendo indispensabilmente con i colleghi degli uffici interni che quotidianamente si muovono all’interno delle procedure che le alimentano e che dai loro feedback e da quelli degli Ispettori sono ulteriormente alimentate.

Il sistema di Vigilanza INPS è organico all’Istituto, non è pensabile separarlo dalle interconnessioni sistemiche che costituiscono l’ossatura dell’Istituto e che gli permettono di gestire e governare il welfare degli Italiani.

Da sempre la Vigilanza INPS controlla efficacemente l’area patologica del lavoro, contrasta tutte le forme di evasione ed elusione contributiva, garantisce allo stesso tempo sia l’effettiva tutela previdenziale dei cittadini che la leale concorrenza tra soggetti economici.

Privare l’INPS dell’autonomia gestionale ed operativa delle verifiche sui contributi versati significa rallentare pesantemente tutto il sistema dei controlli.

Nel 2017 l’INPS ha registrato minori somme per accertamenti pari a 211 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente e il 2016 aveva già visto una contrazione di 187 milioni.

Nel triennio 2015-2017, il progressivo deteriorarsi del gettito per accertamenti da Vigilanza ispettiva ha fatto registrare un deficit complessivo di oltre un miliardo di euro.

La progressiva riduzione tendenziale ha indotto l’INPS non solo ad esporre nel bilancio previsionale per il 2018, alla voce “Accertamenti da Vigilanza ispettiva”, importi con un vistoso e forte decremento, ma in aggiunta a prospettare ulteriori difficoltà nel raggiungimento del risultato indicato, seppure ribassato.

La preoccupazione dell’Istituto è evidente e traspare anche nella circolare ufficiale: “Con particolare riferimento ai valori connessi alla vigilanza ispettiva, si precisa che saranno successivamente oggetto di valutazione i possibili effetti connessi al trasferimento delle risorse finanziarie riferite alle missioni in capo all’INL come disposto dal recente Decreto del Ministero del Lavoro” (Circ. INPS 183/2017).

Ogni singolo euro non accertato dalla Vigilanza INPS si traduce in minore copertura previdenziale per i lavoratori assicurati. E’ la presenza delle registrazioni contributive che giustifica e genera il diritto alle prestazioni, la loro mancanza ne riduce gli importi e nella maggior parte dei casi ne impedisce la percezione. Nell’immediato si tratta di assegni familiari, maternità, disoccupazione. Nel futuro il danno si ripercuoterà sulle pensioni, con conseguenze ancora più pesanti per i trattamenti dei lavoratori precari e discontinui.

Un miliardo di mancati accertamenti contributivi equivale ai contributi di un anno di lavoro per 125.000 occupati a tempo pieno. Persone che si ritroverebbero inevitabilmente ad andare in pensione più tardi e con importi più bassi. Persone che prenderanno coscienza del significato reale e concreto del danno subito a causa dell’assenza di una tutela pronta ed efficace soltanto al momento della richiesta delle prestazioni, cui ritengono di avere diritto, siano esse prestazioni temporanee in corso di attività lavorativa, sia invece la pensione.

Rallentare progressivamente la Vigilanza INPS/INAIL sino al suo completo stallo significa abbandonare la tutela delle prestazioni sociali che sono basate sulla corrispondenza fra lavoro e posizioni assicurative dei lavoratori.

L’effetto reale netto è quello di una riforma previdenziale occulta.

Parimenti, è a rischio la stessa libera e leale concorrenza fra soggetti economici, aziende e lavoratori autonomi. Il rallentamento e l’attenuazione dell’incisività dei controlli lasceranno campo aperto a comportamenti elusivi ed evasivi che troveranno sempre minore contrasto alla loro azione illegale, abbattendo illecitamente i costi e inducendo l’estromissione dal mercato delle aziende corrette e virtuose.

Sono questi i risultati che si stanno realizzando con la demolizione delle funzioni di Vigilanza ispettiva INPS ed INAIL:

– diminuzione della Sicurezza sui posti di lavoro;

– riduzione di prestazioni per ANF, maternità, disoccupazione;

– pesanti ripercussioni sulla retribuzione differita (pensione);

– aumento di fatto dell’età pensionabile;

– diminuzione degli importi delle pensioni;

– aumento della concorrenza sleale a danno delle imprese oneste;

–         espansione progressiva dell’illegalità.

Ogni anno la Vigilanza INPS/INAIL garantisce a centinaia di migliaia di lavoratori il recupero della contribuzione omessa, elusa, evasa.  Una Vigilanza che protegge dalle omissioni e garantisce le prestazioni.

Difendere, mantenere e rafforzare le funzioni di Vigilanza INPS/INAIL è fondamentale per l’equilibrio dei conti previdenziali e per la tenuta dello Stato Sociale. E’ un interesse di tutti i cittadini, è l’interesse di tutta la Nazione.

PS L’Istituto ha propri servizi e canali abilitati a rilasciare dichiarazioni ed interviste e ad essi si rimanda per ogni utilità. Chi scrive si muove come cittadino informato dei fatti, con numeri e dati pubblici, liberamente consultabili sui siti degli Enti interessati. Le considerazioni sono frutto di elaborazioni personali, così come è fortemente personale la preoccupazione per le sorti di un così importante strumento di tutela dei lavoratori, delle aziende e dello Stato Sociale in Italia.

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