La Turchia vuole altre 3 miliardi per i migranti. L’Austria chiude tutte le rotte.

La Turchia alza la posta: chiede alla Unione europea altri tre miliardi di euro per gestire la crisi dei migranti. Lo ha riferito il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz in un incontro stampa in margine al summit Ue-Turchia. Il finanziamento supplementare a favore della Turchia dovrebbe essere versato nel 2018, ha precisato Schulz sottolineando che nel caso del primo fondo il Parlamento europeo ha “accelerato le procedure, ma sono stati gli stati membri a rallentare”.

Il pacchetto di nuove proposte messo dal premier turco sul tavolo dei leader europei ha l’obiettivo di “scoraggiare gli attraversamenti illegali del confine e combattere i trafficanti che vogliono sfruttare i migranti” che “sono costretti a fuggire da un regime brutale, dai terroristi e dai brutali attacchi russi”, aggiungendo che lo scopo delle proposte è anche “rafforzare i legami tra la Ue e la Turchia”. Lo afferma Ahmet Davutoglu in un punto stampa al quartier generale della Nato dopo un incontro con il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg. Davutoglu sostiene di aver messo a punto il pacchetto di proposte dopo “sei ore di colloquio” ieri con la Cancelliera Angela Merkel e con il premier olandese Mark Rutte, che detiene la presidenza a rotazione europea. Stoltenberg è tornato ad accusare i bombardamenti della Russia in Siria che “alimentano la crisi dei rifugiati” ed ha annunciato che la missione navale dell’Alleanza nell’Egeo “da oggi opera anche nelle acque territoriali turche” e che ad essa “si aggiungeranno navi di Francia e Gran Bretagna”.

Il vertice cambia programma. Quel che è certo è che il premier turco Ahmet Davutoglu nel pranzo informale con i leader europei ha esposto “nuove idee” che “vanno al di là” di quanto concordato nell’incontro di giovedì scorso con il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Lo hanno indicato fonti del Consiglio europeo specificando che questo comporta un “cambio di programma” del vertice straordinario. “Questo è il secondo vertice Ue-Turchia in tre mesi. Questo dimostra quanto è indispensabile la Turchia per l’Ue e l’Ue per la Turchia”, ha detto Davutoglu al suo arrivo al summit. “La Turchia è pronta a lavorare con l’Ue – ha aggiunto Davutoglu -. La Turchia è pronta ad essere un membro dell’Ue, e spero che questo vertice, che non si focalizzerà solo sull’immigrazione irregolare ma anche sull’adesione della Turchia all’Ue, sia un successo ed un punto di svolta nelle nostre relazioni”. Ma gli è stato obiettato – anche dal capo del governo italiano Matteo Renzi  – che se la Turchia vuole davvero entrare a far parte dell’Europa deve smettere di opprimere la libertà di stampa, come è accaduto proprio in questi giorni con il maggiore giornale di opposizione, il cui direttore è stato licenziato, dopo di che è uscito con elogi al presidente Erdogan.

L’Austria chiude le porte. Intanto, a proposito di politica verso i migranti, il cancelliere austriaco Werner Faymann, al suo arrivo al vertice di Bruxelles, ha annunciato: “Chiuderemo tutte le rotte, anche quella Balcanica. I trafficanti non devono avere alcuna opportunità”.

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