La Procura revoca ai carabinieri del NOE le indagini sulla Consip dopo le fughe di notizie. Il “mister X” di papà Renzi

Tiziano Renzi durante l’incontro a Fiumicino in una immagine contenuta negli atti dell’inchiesta Consip: l’interlocutore ha rivelato di essere Alessandro Comparetto della “Fulmine group”  (Foto ANSA)

Clamorosa decisione della Procura della repubblica di Roma dopo le “ripetute rivelazioni di notizie coperte da segreto istruttorio”: ha revocato, “per esigenza di chiarezza”, ai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) la delega per ulteriori indagini nel procedimento su Consip e l’ha affidata  al Nucleo investigativo di Roma dei carabinieri. E’ una decisione che, implicitamente, avvalora i sospetti che si sono appuntati su alcuni personaggi che formano oggetto delle indagini.

Intanto nuovi elementi vengono alla luce in riferimento alle indagini sul ruolo che potrebbe aver avuto il padre di Matteo Renzi nella vicenda Consip. Nell’interrogatorio di ieri gli è stato chiesto conto anche di un improvviso viaggio in macchina dalla Toscana all’aeroporto di Fiumicino, dove incontrò una persona non identificata, “per 44 minuti”.  Tiziano Renzi ha risposto che si è trattato di un normale appuntamento di lavoro, ma gli inquirenti gli hanno fatto notare che  il viaggio coincise con una telefonata intercettata e ritenuta “di grande importanza” ai fini dell’indagine. La telefonata, cioè, tra Roberto Bargilli, detto Billy, l’autista del camper di Matteo Renzi durante le primarie del Pd e attuale assessore di Rignano sull’Arno, e l’imprenditore Carlo Russo, amico del Renzi. Una telefonata, secondo gli

Tiziano Renzi (S) durante l’incontro con Alessandro Comparetto (Foto ANSA)

investigatori, finalizzata a informare Russo che il telefono di Renzi era intercettato. “Scusami, ti telefonavo per conto di babbo… Mi ha detto di dirti di non chiamarlo e non mandargli messaggi”, si legge in una informativa dei carabinieri. I quali annotano come le operazioni di intercettazione sull’utenza di Tiziano Renzi siano state disposte solo due giorni prima, il 5 dicembre 2016. Obiettivo dei magistrati è capire se c’è stato un nesso tra il colloquio a Fiumicino tra la persona “non identificata” e Tiziano Renzi e la telefonata in cui Russo viene avvisato di non chiamare il padre dell’ex premier.

In sostanza: è stato quell’uomo ad avvisare Tiziano Renzi che il suo telefono era da due giorni sotto controllo? E chi era quella persona? I magistrati di Napoli e Roma si sono recati ieri a Firenze anche per ascoltare ‘Billy’ su questa circostanza (oltre che Russo, il quale però si è avvalso della facoltà di non rispondere), ma la sua deposizione come persona informata dei fatti è saltata. E’ stato invece ascoltato Daniele Lorenzini, sindaco di Rignano sull’Arno; altri testimoni dovrebbero essere sentiti nei prossimi giorni.

Poi oggi “Mister X” si è materializzato: “Sono stato io a incontrare Tiziano Renzi all’aeroporto di Fiumicino. Si è trattato di un appuntamento di lavoro. L’aeroporto è stato scelto per comodità: viaggio spesso, visto che la Fulmine Group ha appalti anche fuori dalla Sicilia”. Lo ha reso noto Alessandro Comparetto, titolare della società di poste private Fulmine Group, attraverso il suo legale, l’avvocato Leonardo Cucchiara. Comparetto ha confermato le parole di Tiziano Renzi che lo aveva indicato come il misterioso Mister X di cui avevano parlato i giornali.

Un’attività istruttoria intensa, dunque, a fronte della quale la difesa di Tiziano Renzi non intende restare passiva. L’avvocato Federico Bagattini ha infatti ricevuto l’incarico di svolgere indagini difensive: e in questo ambito ascolterà, in primo luogo, l‘ad di Consip Luigi Marroni. E’ lui che ai pm ha denunciato pressioni ricevute da Tiziano Renzi e Verdini, un vero e proprio ‘ricatto’ da parte del faccendiere Russo, amico del papà dell’ex premier: “Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire sui commissari di gara per conto del babbo di Matteo e del parlamentare di Ala. Mi dissero che loro erano ‘arbitri’ del mio destino professionale”.

Carlo Russo dopo essere uscito dalla Romeo Gestioni a Roma, in una immagine contenuta negli atti dell’inchiesta Consip. (Foto ANSA)

L’attenzione degli inquirenti resta comunque focalizzata su Carlo Russo, un personaggio chiave dell’inchiesta per essere il collegamento, vero o presunto, tra Romeo e Tiziano Renzi (“hanno abusato del mio cognome”, ha detto però ieri il padre dell’ex premier ai magistrati) e altri personaggi. I suoi difensori, prima di metterlo di fronte ai pm, aspettano di esaminare tutte le carte.

Russo è indagato di concorso con Romeo, Tiziano Renzi e Italo Bocchino, ‘facilitatore’ di Romeo, per ‘traffico di influenze illecite’: stando al capo di incolpazione, avrebbe agito al fine di agevolare Romeo per ottenere appalti dalla Consip utilizzando le proprie relazioni (di cui, scrivono i pm, vi è prova diretta) e le relazioni di Tiziano Renzi, con cui avrebbe “agito in concerto”. Russo, secondo i pm, sarebbe stato destinatario di somme di denaro nell’ambito di questa attività di relazioni: in un’informativa dei carabinieri si cita un’intercettazione in cui Romeo manifesta l’intenzione di versare 100.000 euro l’anno a Russo, attraverso contratti di consulenza. Soldi che Russo avrebbe proposto gli venissero versati a Dubai, mentre l’imprenditore campano avrebbe optato per Londra.

Commenta per primo

Lascia un commento