ORA DI PUNTA/ Ma a chi fa ombra quel “governo ombra”?


di STEFANO CLERICI
 – Quella di presentare l’elenco dei ministri “in pectore” di un eventuale governo a guida Cinque Stelle è di certo un’iniziativa quanto mai irrituale e forse addirittura stridente con i dettami della nostra Costituzione. Sarà pure – come ha detto il presidente del consiglio Paolo Gentiloni – l’ennesima trovata in questo “festival surreale di proposte miracolose” che sta caratterizzando questa stranissima campagna elettorale, ma la domanda ora è un’altra: è una trovata efficace? Non c’è dubbio che – come ha spiegato ancora Gentiloni – “per la prima volta c’è un governo-ombra che si presenta prima delle elezioni. Di solito perdi le elezioni e presenti un governo ombra, qui invece lo fanno prima del voto”. Ma è altrettanto vero che, da quando Luigi Di Maio ha fatto le sue “investiture”, con tanto di presentazione ufficiale, molti di questi signori e signore si alternano nei vari talkshow a far mostra di sé e a spiegare, con pacatezza e proprietà di linguaggio, le loro idee nei rispettivi settori di competenza.

Sono volti nuovi e puliti. Hanno tutti un elevato titolo di studio e un ricco curriculum, in certi casi anche di livello internazionale. Quindi, tanto per cominciare, sono lì a picconare alcune delle accuse che più frequentemente gli avversari rivolgono ai Cinque Stelle: la prima è che i “grillini” siano gente, come ripete a ogni piè sospinto Berlusconi, che non ha mai lavorato; la seconda che non sono affatto incompetenti perché si occupano da una vita delle materie dei rispettivi eventuali ministeri.

Sappiamo in molti che esperienze, e competenze accumulate nella vita professionale, possono non bastare quando ci si deve confrontare con la macchina dello Stato, i suoi arcaici difetti, le sue secolari incrostazioni e le insidie del Palazzo. Lo sappiamo in molti, sì, ma lo sappiamo tutti? Quanti elettori “medi”, magari stanchi di vedere e rivedere le “solite facce” (comprese quelle dei leader pentastellati, anch’essi ormai su piazza da anni), vedendo e rivedendo invece in tv quei signori e quelle signore che hanno quasi l’aria del “ministro della porta accanto”, saranno tentati dal fascino della novità?

Dunque, in questa civiltà dell’immagine, in questo mondo dove l’effimero vince sul permanente, dove la pancia vince spesso sul cervello, questa trovata del governo-ombra rischia di essere un’azzeccata diavoleria. Una riuscita operazione di marketing. Non dimentichiamoci mai che venticinque anni fa quel signore di Arcore che impazza ancor oggi con lo stesso giochetto, incantò milioni di elettori firmando a Porta a Porta un grottesco contratto con gli italiani che lo portò a Palazzo Chigi. Dando inizio a uno dei ventenni più bui della nostra storia, che ora rischia di riproporsi come un incubo.

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