La manovra economica spiegata da Conte ai giornalisti con toni pacati nell’annuale conferenza stampa

Il tono pacato, senza enfasi, nessuna alterazione del tono di voce anche di fronte a domande “provocatorie”, informazioni documentate, niente slogan: così Giuseppe Conte (foto Credits/ilsussidiario.net) ha risposto ai giornalisti nel corso della  prima conferenza stampa di fine anno da presidente del Consiglio svoltasi in tarda mattinata, mentre alla Camera si svolgeva una infuocata seduta sulla manovra economica.

Ecco in sintesi alcune  delle sue risposte. “Abbiamo dovuto rivedere la crescita all’1% perché ci siamo accordati con gli organismi internazionali, ma ciò non significa che siamo rassegnati a una crescita bassa”.

“I fondamentali dell’economia italiana sono solidissimi. Certo, abbiamo un debito che incute un certo timore, ma è sotto controllo e non così spaventoso, siamo la settima economia del mondo e abbiamo un forte risparmio privato”.

“Stiamo contribuendo a ridurre quella frattura tra classi politiche e cittadini, non siamo il governo delle lobby e dei comitati d’affari. Io non ricevo esponenti di comitati d’affari ma persone che hanno incarichi istituzionali e rappresentano interessi alla luce del sole”. Lancia quindi una nuova iniziativa intitolata: “Donne e uomini normali, gesti esemplari“, che avrà come obiettivo l’individuazione di cittadini normali che hanno compiuto gesti che rappresentano un esempio per tutti.

L’aumento dell’Iva nel 2020 e 2021? “Non vorrei che fosse trascurato il fatto che in pochi mesi abbiamo dovuto recuperare 12,5 miliardi per neutralizzare l’incremento dell’Iva. Continueremo nel 2020 e 2021 con questa modalità e ci impegniamo a impedire l’incremento dell’Iva”.

Non è affatto vero che la manovra sia stata scritta a Bruxelles, è stata scritta in Italia. Tutte le volte che mi sono seduto con Bruxelles non ho mai consentito che mettessero in discussione i punti qualificanti della manovra e devo dare atto loro che non hanno mai cercato di valutare nel merito tali punti”.

“Non stiamo aumentando la pressione fiscale sui cittadini. La pressione fiscale noi per i cittadini l’abbiamo alleggerita. E’ questa la politica economica sociale che un governo deve esercitare, e non ci è stato affatto dettato dall’Ue. Abbiamo realizzato un’opera redistributiva privilegiando alcune fasce sociali rispetto ad altre”, dice rispondendo a chi gli fa notare come, secondo l’Upb, la pressione fiscale sia aumentata di mezzo punto. “Non guardate i saldi finali”, sottolinea.

Palazzo Chigi è “una parentesi meravigliosa che mi rende orgoglioso per realizzare un servizio a favore del Paese nel modo più efficace possibile. Ma è una esperienza limitata ai 5 anni della legislatura, poi libererò la poltrona“. “Non farò campagna elettorale per le elezioni europee ma continuerò a tempo pieno nel mio ruolo di presidente del Consiglio”.

E sulle infrastrutture: “Seguo un metodo molto trasparente per Tap, terzo Valico e anche la Tav, questo governo valuta le grandi opere e realizzerà un piano infrastrutturale poderoso. Il Tap lo abbiamo sbloccato dopo una puntigliosa analisi dei procedimenti amministrativi. Il Terzo Valico si farà. La Torino-Lione è ancora nell’ambito di una procedura istruttoria. A fine dicembre la commissione dei tecnici consegnerà i risultati dell’istruttoria. Infine andremo sul territorio e prima delle europee il governo comunicherà in modo trasparente la decisione”.

Domanda: c’è in vista un rimpasto di governo?

Risposta: “Il discorso esula dalla sensibilità del premier, semmai l’esigenza maturerà in seno a una delle forze politiche, verrà comunicata all’altra, io ne verrò eventualmente messo a parte se fosse un’istanza condivisa e se ci fosse una soluzione prospettata, auspico che sia condivisa e che non destabilizzi l’esperienza di governo. Ma, al momento, un cambio di ministri è un periodo ipotetico del quarto grado. Come dire: non esiste ora una ipotesi del genere”. Ma la frase viene rilanciata dai mass media come se Conte avesse prospettato il rimpasto” come una possibilità concreta; perciò sarà costretto, poco più tardi, a ribadire che non ha affatto inteso ancipare un eventuale rimpasto di governo (e chi ha studiato la sintassi a scuola sa che l’ipotesi di quarto tipo è inesistente).

Conte infine  si dice ‘orgoglioso’ del reddito di cittadinanza come misura di ‘equità sociale’ e si schiera con il leader del M5s Di Maio che è stato ‘crocifisso’ per aver sostenuto sempre il provvedimento.

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, che faceva gli onori di casa, ha voluto, prima ancora di dare la parola ai colleghi e al capo del governo, esordire con un gesto contro l’eventuale taglio governativo dei fondi per l’editoria, interrompendo, con alcuni secondi di silenzio, il suo discorso introduttivo. Poi, riprendendo a parlare, si è rivolto a Conte dicendo: “Ha visto che effetto fa una voce che, all’improvviso,  non c’è più? Sono stato in silenzio solo 7 secondi…”.

 

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