La “guerra delle statue” negli Usa fa strage della memoria di Cristoforo Colombo. L’Italia tace

La “guerra delle statue” – iniziata da alcune settimane – si allarga negli Stati Uniti fino a coinvolgere le origini stesse della Storia americana, che per convenzione storica vengono datate dallo sbarco di Cristoforo Colombo a San Salvador, una delle odierne isole dell’arcipelago delle Bahamas.  Dopo la rimozione dei monumenti dei generali confederati della Guerra di Secessione, tra cui quella del popolarissimo generale Lee, si registrano anche episodi tragici come quello di Charlottesville, dove è stata uccisa una donna durante una manifestazione che si contrapponeva ai suprematisti bianchi e nostalgici dello schiavismo. Un busto in bronzo di Cristoforo Colombo è stato decapitato in un parco a Yonkers, a nord di New York, ed è solo l’ultimo episodio in ordine di tempo contro Colombo. Anche in Texas una sua statua è stata distrutta come pure a Baltimora. Il sindaco di New York, Bill de Blasio, ha annunciato una revisione di tutti i monumenti, che riguarderà anche la statua dell’esploratore che si trova a Columbus Circle, nel pieno centro della metropoli. Le statue di Colombo in effetti sono finite nel mirino in tutti gli Stati Uniti, perché considerate simboli razzisti, alla stregua di quelle degli ‘eroi sudisti’, che diverse città hanno cominciato a eliminare.

Intanto ad alimentare questa onda revisionista contribuisce il consiglio comunale di Los Angeles che, schierandosi con gli attivisti che considerano l’esploratore genovese un simbolo del genocidio perpetrato contro i nativi in Nordamerica, ha cancellato la festa nazionale del Columbus Day a poche settimane dalla ricorrenza che viene festeggiata ogni anno il secondo lunedì di ottobre, sostituendola con la “Giornata dei Popoli Nativi e Indigeni”. La “Città degli Angeli” si mette così sulla scia di molte altre città statunitensi, tra cui Seattle e Denver, che già da tempo hanno sostituito il Columbus Day con l’Indigenous Peoples Day per commemorare “le popolazioni indigene, aborigene e native, vittime del genocidio”.

Cristoforo Colombo rappresenta in tutto il mondo, non solo negli Stati Uniti, un simbolo fondamentale della storia e dei successi italiani. La scoperta dell’America resta in ogni caso un evento epocale.  Ma, per quanto ciò sia ribadito anche dalla Farnesina, l’Italia tace, anche dopo l’abolizone del Columus day. Non c’è stata per il momento una reazione ufficiale benché fonti della Farnesina ricordino che il ministero degli Esteri, anche attraverso la sua rete consolare negli Stati Uniti, “segue” da tempo il delicato dibattito sul Columbus Day. E si accontenta del fatto che “sta emergendo una grande mobilitazione in favore del mantenimento della festa del Columbus Day”.

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