La Giunta per le immunità del Senato dice di no (16 voti contro 6) al processo a Salvini per la nave “Diciotti”. Ed esplodono le polemiche: il primato del contorsionismo va a Berlusconi

Con 16 voti contro 6 la Giunta per le Immunità del Senato ha detto no alla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di processare il ministro dell’Interno Matteo Salvini con l’accusa di “sequestro di persona aggravato” per non aver fatto sbarcare per 5 giorni 177 migranti dalla nave Diciotti. Per l’esattezza la Giunta ha votato a favore della proposta formulata – e motivata con una articolata argomentazione – dal presidente, Maurizio Gasparri.

Non appena il presidente della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama Maurizio Gasparri e i commissari sono usciti dall’Aula di Sant’Ivo alla Sapienza, i senatori del Pd hanno inscenato una protesta nel cortile gridando “Vergogna e onestà” all’indirizzo del senatore pentastellato Michele Giarrusso, il quale ha risposto:

Foto Ansa di Giuseppe Lami

“Mio padre e mia madre sono regolarmente a casa: altri sono ai domiciliari. Sono loro che dovrebbero vergognarsi per quello che hanno fatto loro e i loro parenti per distruggere l’Italia”. E mentre continuavano le proteste il senatore M5s ha fatto il gesto delle manette all’indirizzo dei senatori Pd (con evidente allusione alle vicende giudiziarie della famiglia Renzi) (foto a destra).

Da notare che dei 7 senatori M5s componenti della Giunta, sono stati presenti in 6, ma l’unica assente era assolutamente giustificata: si tratta di Grazia D’Angelo, vicepresidente della Giunta stessa, che alle 3 della notte ha partorito.

LE POLEMICHE DOPO IL VOTO 

Ovviamente valanghe di polemiche si sono scatenate e continueranno a scatenarsi sui social, nei talk show e sui giornali, sfondando, in alcuni casi, i confini il ridicolo o del paradosso. Tra tutti i “dichiaratori” spicca, naturalmente, al primo posto il cavalier Silvio Berlusconi, il quale, dopo aver accusato per anni i grillini di essere “manettari” e “giustizialisti”, ora li accusa di aver “tradito” i loro principi avendo votato, in questo caso, contro l’autorizzazione a processare…il suo alleato Matteo Salvini. Comunque, a fargli eco si sono allineati i due candidati alla carica di segretario del Pd Martina e Zingaretti.  E dice la sua anche l’ex capo del governo Paolo Gentiloni: “Milioni di elettori M5s si chiedono dove sia andato a finire il loro voto. Tutti gli italiani resteranno col dubbio che Salvini chiudendo i porti abbia abusato del proprio potere”.

Dubbi ne ha anche la senatrice  del M5s Paola Nugnes, che lamenta che la votazione avvenuta on line tra gli iscritti sul comportamento che il M5s doveva tenere in Giunta “è fuori regolamento perché nell’articolo 4 dello Statuto le votazioni  di questo tipo non sono previste”. E afferma: “Nella mia bolla di percezione il dissenso è amplissimo”, aggiunge. “Per me bisogna cercare un altro mezzo per trovare le convergenze e non cedere passo passo a ricatti. Condivido l’idea di voler andare avanti per portare avanti il programma, ma questo cedere può essere deleterio per il M5S e per il Paese. Si sta disegnando un’idea di società respingente, che fa leva sui più deboli”. Una contorsione dialettica che dà un’idea della drammatica confusione politica in cui versa una larga parte del mondo politico a vantaggio di chi, come Salvini, usa un linguaggio semplice e immediato per veicolare la sua propaganda.

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