La fuga di Johnny lo Zingaro. La psicologa: “Grave errore la semilibertà”

di SERGIO TRASATTI/ A una settimana dalla fuga di Giuseppe Mastini, alias Johnny lo Zingaro, dal carcere piemontese di Fossano, il fatto di cronaca è stato approfondito su Radio Cusano Campus a ‘La Storia Oscura’, trasmissione curata e condotta da Fabio Camillacci. Tra gli altri, è intervenuta la dott.ssa Mary Petrillo dell’Ordine degli psicologi del Lazio.

“Johnny lo Zingaro non meritava la semiliberta”. Mary Petrillo, criminologa, psicologa e docente di materie di criminologia anche ai Master dell’Università Niccolò Cusano ha esordito dicendo: “Giuseppe Mastini è un criminale recidivo anche nelle evasioni e di grande pericolosità sociale, per cui nei suoi confronti le misure alternative al carcere non dovevano esistere. Johnny lo Zingaro infatti è uno di quei soggetti a cui noi del gruppo di lavoro dell’Ordine degli psicologi del Lazio sulla ‘violenza nelle relazioni intime’ facciamo riferimento in merito alle novità introdotte nella letteratura scientifica attuale che permettono di valutare meglio criminali del genere, di valutare tutte le variabili che li caratterizzano.

“Mastini è un manipolatore bravo a ingannare”. Poi la dott.ssa Mary Petrillo ha aggiunto: “Johnny lo Zingaro è il classico manipolatore: cioè è in grado di manipolare la situazione per apparire come in realtà non è. Mastini, infatti, è riuscito ad ottenere grazie al famoso articolo 21, il permesso di lavoro esterno al carcere: è stato abile a ingannare il direttore del carcere di Fossano e soprattutto gli educatori e gli psicologi che in tutto questo tempo lo hanno seguito”.

“Serve grande attenzione”. La criminologa dell’Unicusano infine ha sottolineato: “Bisogna stare molto attenti con certi soggetti perchè riescono a gestire abilmente la situazione e Johnny lo Zingaro ha studiato a tavolino il piano per evadere. Questo episodio ci conferma che esistono criminali irrecuperabili. Basti pensare che il Mastini cominciò a soli 11 anni la sua carriera criminale: furto aggravato con tanto di sparatoria con la Polizia. A 14 anni invece uccise per la prima volta: vittima un povero autista dell’Atac. Uno così non può stare in regime di semilibertà”.

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