La Ferrari debutta in Borsa a Milano nel giorno nero dei mercati per la crisi cinese

42 euro per azione: così ha debuttato la Ferrari alla Borsa di Milano  con  la facciata del palazzo addobbata con le bandiere della casa di Maranello e sulla strada antistante parcheggiati una decina di modelli tra i quali l’ultima nata, la F12 Tdf. L’avvio delle contrattazioni è scattato  alle 9: alla cerimonia ha partecipato, manco a dirlo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi accanto al presidente della Ferrari Sergio Marchionne, al presidente di Fca John Elkann, e a Piero Ferrari, figlio del fondatore Enzo.

  A New York, nell’ultima seduta dello scorso anno, il titolo della Rossa di Maranello aveva chiuso a 48 dollari (circa 44 euro), con una capitalizzazione di mercato di circa 8,32 miliardi di euro. Stamattina il titolo in Piazza Affari è sceso sotto quota 42 euro e poi è stato sospeso dalle contrattazioni.

Fca (Fiat Chrysler Automobiles) ha invece aperto la seduta a Piazza Affari a 8,48 euro per azione dopo che è diventato operativo lo scorporo della Ferrari. Fca aveva chiuso l’ultima seduta dell’anno a 12,92 euro, con una capitalizzazione di mercato di 16,6 miliardi. L’80% di Ferrari in pancia a Fca valeva, all’ultima chiusura di New York, circa 6,65 miliardi di euro.

Da sin. l'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, Piero Ferrari, l'amministratore delelgato di Ferrari Amedeo Felisa e presidente della Fiat Chrysler Automobiles John Elkann in occasione del debutto di Ferrari in Piazza Affari, 4 gennaio 2016. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Da sinistra: Marchionne, Piero Ferrari, Amedeo Felisa e John Elkann (Foto Ansa Zennaro)

“Con la quotazione si è aperto un nuovo capitolo. E’ un nuovo traguardo, una nuova partenza”, ha detto Marchionne . ”Competere sul listino di Milano per la Ferrari è come tornare alle origini”, ha aggiunto.

“Con la quotazione si apre per Ferrari un nuovo mondo per poter rappresentare l’eccellenza anche in ambito finanziario”,  ha detto Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa italiana, che ha annunciato che il titolo sarà subito nell’indice Ftse Mib.

VENTO FREDDO DALLA CINA.

Per la Borsa di Milano tuttavia è stata una seduta negativa: l’indice Ftse Mib ha chiuso in perdita del 3,2% a 20.733 punti. E lunedì nero anche a Wall Street che registra la peggiore apertura dal 1932, con il Dow Jones che è sceso rapidamente sotto la soglia psicologica dei 17.000 punti. A metà seduta, il Dow Jones perdeva il 2,38% a 17.011,56 punti, il Nasdaq cede il 2,66% a 4.873,54 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,44% a 1.994,27 punti.

Sui mercati europei e Usa pesa il crollo delle borse asiatiche dopo i dati deludenti sulla manifattura cinese e  la tensione in Medio Oriente. Shenzhen ha chiuso in calo dell’8,22%, Shanghai del 6,86%, Tokyo del 3,06%, Seul del 2,17%. Hong Kong, sul finale di seduta, cede il 2,5%.

Chiuse per il resto della giornata le borse di Shanghai e Shenzhen, dopo il crollo del 7% dell’indice comune Csi300. La chiusura è scattata alle 13:28 ora locale in virtù del nuovo sistema automatico per arginare la volatilità, introdotto proprio oggi e che aveva già interrotto le contrattazioni per 15 minuti in seguito al calo del 5% dell’indice che replica la performance di 300 titoli scambiati sulle due piazze d’affari cinesi. Il sistema prevede appunto uno stop provvisorio di 15 minuti con una perdita del 5% e la chiusura per l’intera giornata in caso di un calo del 7%.

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