La cronista Federica Angeli ha affrontato in tribunale la famiglia Spada che controlla la “mala” di Ostia

Un applauso dei colleghi l’ha accolta quando ha lasciato il tribunale di Roma dopo avere ribadito in aula le accuse agli autori del conflitto a fuoco tra clan rivali di cui fu testimone oculare il 17 maggio del 2013 ad Ostia.  Federica Angeli, cronista di Repubblica, vive sotto scorta da quel momento, da esattamente 1736 giorni. “Hanno provato in tutti i modi a privarmi della libertà – ha commentato lasciando piazzale Clodio – e sono riusciti a privarmi di quella fisica perché ho la scorta, ma sicuramente io alle loro regole non ci sto e oggi posso dirvi che mi sento libera, è una bellissima sensazione. Non ho paura”.

La giornalista di Repubblica, Federica Angeli con la sindaca di Roma Virginia Raggi  in aula durante il processo a carico di due esponenti del clan Spada di Ostia accusati di tentato duplice omicidio a Roma, 19 aprile 2018.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Nel corso dell’udienza la giornalista ha ricordato che in questi anni ha ricevuto “minacce dirette e indirette, insulti sui social, avvertimenti. Anche figlio quando aveva 8 anni venne preso di mira da Carmine Spada, che gli fece il segno della croce. Ricordo quando vennero sotto casa mia a brindare due imputati di questo processo che erano stati scarcerati. Vivo blindata, non posso neppure affacciarmi sul balcone di casa, da cui vidi le fasi del conflitto a fuoco”.

All’udienza era presente anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi (foto), che ha voluto dimostrare la sua vicinanza alla giornalista. “Sono qui perché le istituzioni non devono mai lasciare soli i cittadini soprattutto quando si tratta di lottare contro la mafia – ha affermato -. Sono qui come sindaca della città per lanciare un messaggio forte e duro contro la malavita. Gli Spada sappiano che Roma non ha paura”.

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