Il trucco di Renzi: “taglio la tassa sulla prima casa a tutti”, ma poi vuole tagliare la sanità. Alt dal Senato

Gutgeld e LorenzinREDAZIONE/ Il trucco di Renzi è venuto allo scoperto: annuncia, con squilli di tromba di accompagnamento della gran parte dei media (stampati, radio televisivi e via web, tutti in attesa di contributi dal governo), l’abolizione dell’Ima sulla prima casa (anche per i ricchi!), poi fa dire a Padoan e all’uomo della spending review che bisogna fare tagli, a partire dalla sanità. E c’è chi, come il ministro Beatrice Lorenzin, che fa il primo della classe dicendo che si può, salvo poi ad avanzare una serie di distinguo, ovviamente. Ma in Senato arriva il primo stop: per la quarta volta è mancato il numero legale nel dibattito sugli enti locali. Così oggi non si sono riuscite a votare le pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni al relativo decreto. In Senato è in discussione proprio il decreto legge enti locali che prevede il recepimento di una razionalizzazione di alcune voci di spesa del settore sanitario prevista dalla scorsa legge di stabilità, pari a circa 2,3 miliardi. Sul provvedimento dovrebbe essere addirittura messa la fiducia dal governo.

Dice la Lorenzin: “Nella prossima legge di stabilità non è previsto nessun taglio lineare alla sanità ma solo un efficientamento del sistema, che produrrà risorse da destinare al miglioramento dei servizi, anche se una parte potrebbe essere usata per il taglio delle tasse“. Le sue parole commentano l’intervista a Repubblica del commissario alla revisione della spesa Yoram Gutgeld.

“Nell’intervista di Gutgeld – sottolinea il ministro Lorenzin – bisogna discernere il contenuto dal titolo. Il commissario, in realtà, declina tutte le misure contenute nel Patto della Salute, e non posso che esserne contenta. Gli interventi che definisce sono tutti in base ai contenuti del Patto, dalla maggiore efficienza e produttività delle strutture e della medicina territoriale alla lotta alla medicina difensiva e alla trasparenza dei dati. Io ho sempre detto che in questo modo si possono ricavare più di dieci miliardi senza ricorrere a tagli lineari”. “Io mi batto perché le risorse rimangano nel sistema – sottolinea Lorenzin – poi si possono inquadrare nell’andamento della finanza pubblica, se si riducono le tasse è evidente che questo è un beneficio di tutti. Una parte potrà andare nel ridurre le tasse ma il resto va a personale, ricerca e nuove tecnologie, e in generale a migliorare i servizi. Ricordo che nello scorso Patto eravamo riusciti a lasciare le risorse per il Fondo Sanitario Nazionale ma le Regioni hanno deciso di tagliare”. Nella legge di stabilità, ribadisce il ministro, non ci dovrebbero essere ‘sorprese’. “Mi aspetto la possibilità di inserire norme che ci permettano di attuare questo programma di riforma – sottolinea -. Nella sanità non c’è più spazio per i tagli lineari, ma restano grandissimi margini di efficientamento del sistema. Rendere il sistema più efficiente migliora la qualità del servizio, mentre servizi inefficienti producono grandi danni per i cittadini”.

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