Il suicidio assistito “affianca il diritto alla dignità della vita”: chiesta l’archiviazione per Marco Cappato

Marco Cappato (foto Ansa di Riccardo Dalle Luche)

La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per Marco Cappato (foto), indagato per aiuto al suicidio in relazione alla morte avvenuta in Svizzera di dj Fabo a fine febbraio scorso. La richiesta dei pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini dovrà essere valutata dal gip.

Lo scorso 28 febbraio, il giorno dopo la morte in una clinica vicino a Zurigo di Fabiano Antoniani per suicidio assistito, l’esponente radicale e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, si era autodenunciato ai carabinieri della compagnia Duomo di Milano per avere accompagnato dal capoluogo lombardo in auto fino in Svizzera dj Fabo, 39 anni, cieco e tetraplegico da 3 anni. Dopo l’ autodenuncia è partita l’inchiesta della Procura di Milano.

Nella richiesta di archiviazione per Marco Cappato i pm scrivono che “le pratiche di suicidio assistito non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile o indegna dal malato stesso”. Infatti, sostengono i due magistrati “la giurisprudenza ha inteso affiancare al diritto alla vita tout court il diritto alla dignità della vita inteso come sinonimo dell’umana dignità”.

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