Il parlamento greco approva la richiesta di referendum di Tsipras sulla trattativa con l’UE. Banche chiuse per 6 giorni

epa04626055 Gree Prime Minister Alexis Tsipras (R) talks with Finance Minister Yanis Varoyfakis (L) during a vote for the new Greek President of Republic at the parliament in Athens, Greece, 18 February 2015. Prime Minister Alexis Tsipras, on 17 February, nominated former New Democracy minister Prokopis Pavlopoulos for presidential candidate. New Democracy and Independent Greeks said that they will support Pavlopoulos' candidacy.  EPA/YANNIS KOLESIDIS

Il Parlamento ellenico ha approvato la richiesta del premier Tsipras di effettuare un referendum domenica prossima 5 luglio per ottenere l’avallo popolare a respingere l’ultima offerta avanzata dai creditori, Ue-Bce-Fmi e Esm. Con i deputati della sinistra radicale di Syriza hanno votato a favore del referendum quelli di estrema destra di Alba Dorata. Contro la consultazione popolare i filo-europei di centro-destra di Nea Dimokratia, i socialisti del Pasok, i centristi di To Potami e i comunisti del KKE.

Subito dopo il governo ha deciso 6 giorni lavorativi di chiusura delle banche e il Consiglio per la stabilità finanziaria greco ha raccomandato che da martedì sia possibile ritirare dai bancomat al massimo 60 euro al giorno. Oggi gli Atm saranno chiusi. Ai possessori di carte emesse da banche straniere sarà concesso di ritirare entro i limiti massimi fissati dal loro istituto di credito.

Tsipras in parlamento aveva chiuso il dibattito che ha preceduto l’approvazione della cosultazione popolare, chiedendo ai greci di votare “NO” al referendum che si terrà il 5 luglio, per respingere “l’insulto” ricevuto dai creditori. “La Grecia non si arrenderà”, ha detto, “La Grecia non è un gioco cui si può mettere fine. Sono certo che il popolo greco sarà all’altezza delle storiche circostanze ed emetterà un forte no all’ultimatum”. “Dobbiamo dire no ai tecnocrati e sì alla sovranità nazionale”, ha ribadito. “Il grande no aumenterà il nostro peso negoziale con i creditori. La loro proposta è offensiva”.

“Credo che Dijsselbloem non voglia che applichiamo una proposta in cui non crediamo”. Così si era espresso a sua volta il ministro delle finanze greco, Varoufakis, al termine dell’Eurogruppo straordinario che ha sancito la fine dei negoziati. “Rispetteremo le decisioni del popolo anche se dovesse comportare un rimpasto di governo. – afferma – Il popolo greco è il mandante di ogni decisione, se ci diranno di firmare, firmeremo”. Ma “resta aperta la possibilità di negoziare ancora ed eventualmente migliorare” la proposta di Ue e Fondo monetario. Il rifiuto dell’Eurogruppo di concedere una proroga sugli aiuti per consentire ai greci di dire la loro toglie credibilità all’Unione europa”.

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