Il dermatologo fiorentino Matteo Cagnoni accusato di aver ucciso la moglie a Ravenna perché voleva divorziare

Matteo Cagnoni con la moglie Giulia Ballestri in una foto tratta dal profilo Facebook dello stesso Cagnoni. 20 settembre 2016. ++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA ++
I due coniugi in una foto sul profilo Facebook

Il noto dermatologo Matteo Cagnoni – in stato di fermo a Firenze per l’ipotesi di omicidio della moglie Giulia Ballestri trovata con la testa fracassata in una loro villa a Ravenna – collaborò nel 2013 a una serata organizzata da Linea Rosa, associazione che tutela le donne vittime di violenza. La conferenza si tenne al teatro Rasi di Ravenna, come ricorda – intervistata dal Resto del Carlino – la presidente di Linea Rosa, Alessandra Bagnara: “Fu lui a contattarci perché, disse, avrebbe voluto organizzare un evento che potesse aiutare Linea Rosa. E infatti il ricavato della serata fu devoluto all’associazione. Ci furono diversi incontri preparatori, e la moglie veniva sempre insieme a lui. Ci aiutò parecchio”.

Cagnoni, 51 anni, noto anche per varie apparizioni in programmi tv nazionali (come Uno Mattina), è accusato di aver ucciso la moglie a colpi di bastone in una villa disabitata. I due si stavano separando. Dopo il delitto l’uomo è andato con i figli a Firenze, sua città di origine. E’ stato bloccato a casa dei genitori ed è in stato di fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.

Giulia Ballestri – secondo una prima ricostruzione degli inquirenti –  è stata colpita a bastonate, trascinata giù per le scale e finita nello scantinato dall’omicida, che ha infierito sul suo corpo. Aveva compiuto 40 anni sabato scorso. Il suo corpo è stato trovato dopo che i familiari, che non avevano sue notizie da un paio di giorni, hanno dato l’allarme.  Si è trattato di un omicidio compiuto con “violenze quasi inaudite”, per dirla con le parole del procuratore capo della città romagnola, Alessandro Mancini.

I due si stavano separando, lei voleva il divorzio. Cagnoni è stato fermato proprio nel capoluogo toscano con l’accusa di omicidio aggravato, ma anche di occultamento di cadavere, per via del luogo e della posizione nella quale è stato trovato il corpo.

La notte scorsa la polizia si è presentata nella villa dei genitori del dermatologo, in via Bolognese, per una perquisizione alla ricerca di elementi utili alle indagini. Ma vedendo i poliziotti il 51enne è scappato lungo l’argine del torrente Mugnone. Era anche riuscito a far perdere le proprie tracce, ma qualche ora dopo è tornato a casa dei genitori, credendo che non ci fossero più agenti, e lì è stato bloccato. Ha detto di essersi impaurito alla vista della polizia, senza fare alcun riferimento alla moglie. Gli investigatori invece non escludono che stesse cercando di fuggire all’estero coi figli, che aveva portato con sé a Firenze: in una giacca aveva una somma importante in contanti, e i passaporti, il suo e quelli dei figli, che hanno tra i 6 e gli 11 anni.

Il corpo della moglie è stato trovato nello scantinato di una villa di famiglia in via Padre Genocchi, a Ravenna. A denunciare la scomparsa di Giulia era stato il fratello, insospettitosi dopo avere trovato l’auto di lei in via Giordano Bruno davanti a casa con le portiere aperte. La polizia ha così setacciato tutte le dimore di famiglia arrivando anche a quella dove c’era il cadavere della 40enne. La villa – disabitata in questo periodo – era chiusa a chiave con allarme inserito, e ad avere le chiavi erano solo Giulia e il marito. Nella casa la polizia scientifica ha repertato numerose tracce di sangue, le più copiose nello scantinato dove c’era il cadavere.

L’arma del delitto, un bastone di legno, è già stato recuperato dagli inquirenti e anch’esso presenta molte tracce ematiche. La vittima addosso aveva solo un reggiseno. Sulla base degli elementi accertati gli inquirenti hanno ipotizzato che la donna possa essere stata colpita al piano superiore, trascinata giù per le scale battendo la testa sui gradini e poi sia stata finita nello scantinato. L’omicida ha infierito con violenza, con più colpi in testa. Non è ancora chiaro quando sia successo, ma da quello che ha stabilito il medico legale la morte risale a circa 72 ore prime del ritrovamento del corpo. L’ultimo contatto della donna con la famiglia risale a giovedì sera, quando aveva inviato un messaggio al fratello.

Chi indaga su questo ennesimo femminicidio valuta che la causa scatenante della violenza dell’uomo sia stata il fatto che i due coniugi, sebbene ancora convivessero, si stavano effettivamente separando: Giulia era intenzionata ad arrivare fino al divorzio. Dilemmi che forse saranno chiariti nell’interrogatorio di convalida del fermo nei prossimi giorni. Sgomento e dolore sono stati espressi dal sindaco di Ravenna, Michele De Pascale.

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