IL CUNEO DELLO STATISTA DI PONTASSIEVE

di ENNIO SIMEONE – Matteo Renzi ha ripreso ad imperversare nei talk show televisivi. Ieri sera è riapparso nell’ospitale salotto di Bruno Vespa, da dove ha lanciato una frecciata premonitrice a Gentiloni (e Padoan) esprimendo il suo dissenso sul taglio del cuneo fiscale, cioè sull’alleggerimento del costo del lavoro, che Gentiloni ha indicato tra le scelte che si propone di   adottare per dare una spinta alla crescita.

“Ho qualche dubbio – ha argomentato lo statista di Pontassieve – perché la misura dei cinque punti di taglio al cuneo fiscale adottato dal governo Prodi non ha portato risultati”. Contemporaneamente, dunque, ha riservato un colpo anche ad uno dei due antagonisti delle prossime primarie del Pd, il ministro Andrea Orlando, verso il quale  si indirizzano le simpatie dei “prodiani”.

A parte il fatto che Prodi non ebbe il tempo di attuare in pieno quella misura per ridurre il costo del lavoro perché il suo governo fu fatto cadere dall’alleato Mastella, anche il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha espresso la convinzione che il taglio del cuneo fiscale sia la strada da intraprendere. Ma, si sa, Renzi predilige i bonus, che si traducono più rapidamente in voti, anche se molto meno concretamente in posti di lavoro.

E comunque, dove potrà prendere il governo Gentiloni i soldi per tamponare i buchi creati dai bonus renziani? Sarà costretto a un ritocco dell’Iva? Per carità! Renzi dice che sarebbe un ”errore politico in un momento come quello che stiamo vivendo”.

Insomma sta cominciando a chiudere ogni “via di fuga” al suo successore, prima ancora che si sia entrati nel vivo della campagna congressuale. Che per Renzi è, semplicemente e cinicamente, una pre-campagna elettorale.

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