Il Comune di Sanremo licenzia i primi 4 “furbetti del cartellino”: non c’è bisogno della legge di Renzi

Furbetti del cartellino SanremoLe leggi per punire i “furbetti del cartellino” ci sono, basta applicarle. E il Comune di Sanremo lo ha dimostrato licenziando quattro dipendenti coinvolti nell’inchiesta Stakanov sull’ assenteismo, scattata il 22 ottobre scorso. E’ la prova che non c’è bisogno di una nuova legge, come va propagandando Renzi, per colpire i dipendenti pubblici infedeli: bisogna solo applicare quelle che ci sono. Del resto lo avevano ribadito già la segretaria della Cgil Camusso, il segretario della Fiom Landini, e ancora stamattina a “L’aria che tira” su La7 l’ex ministro del Lavoro Damiano (Pd) e il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, che 5 anni fa ne aveva fatta una che necessita solo di qualche ritocco attuativo.

Dunque il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, ha annunciato all’ANSA: “Abbiamo firmato i primi quattro provvedimenti di licenziamento. Altri licenziamenti ci saranno nei prossimi giorni”. I licenziamenti avvengono a seguito delle risultanze della Commissione disciplinare dopo che l’inchiesta – cui si riferiscono le immagini che qui pubblichiamo – portò a 35 arresti, 8 obblighi di firma e 75 indagati. Complessivamente gli accertamenti coinvolsero circa 200 persone.

cartellini_sanremo-kcv-U106018273011358tE-700x394@LaStampa.itGli indagati sono accusati, a vario titolo, di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. I 43 destinatari di misure restrittive vennero sospesi. Il caso del Comune di Sanremo (citato proprio da Renzi, quando ha annunciato di voler presentare nuove norme per arrivare ai licenziamenti… in 48 ore), fece scalpore perché rivelò “un sistema scellerato”, come lo definì il magistrato inquirente, dove uno andava in canoa durante il turno di lavoro, altri andavano al mercato, uno timbrava in mutande e tornava a casa e c’era chi timbrava per altri colleghi o chi lo faceva e poi andava a lavorare nell’attività della moglie e chi timbrava, spariva e tornava a timbrare l’uscita. Ma c’era anche chi segnava lo straordinario non fatto e chi si segnava presente nei superfestivi, ma non lavorava.

Il procuratore di Imperia disse che non era possibile che i responsabili non sapessero. “Ma il Comune non è questo – dice Biancheri – l’amministrazione va avanti con una quarantina di persone in meno”. Nei giorni scorsi il tribunale ha revocato le misure restrittive, ma aveva disposto di divieto di tornare al lavoro per 10 mesi.

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