Il Biotestamento arriva alla Camera, ma nell’aula vuota

E’ arrivato finalmente in Aula alla Camera il Biotestamento, cioè il disegno di legge, composto da 5 articoli,  che regola le volontà sul fine vita, sotto il titolo “Disposizioni anticipate di trattamento”. Ma l’argomento – riportato di attualità da casi clamorosi, che hanno calamitato l’emozione e l’interesse dell’opinione pubblica come in passato i drammatici casi Welby ed Englaro e, in queste settimane, di Fabiano Antoniani (Dj Fabo) – non ha suscitato quell’impegno e quell’interesse che sembravano dover coinvolgere la politica italiana.

L’aula della Camera durante la discussione generale della proposta di legge sul Biotestamento, Roma, 13 marzo 2017.  (Foto Ansa di Giusppe Lami)

Infatti l’avvio dell’iter parlamentare è avvenuto in un’aula di Montecitorio scandalosamente deserta: oltre a relatori e due rappresentanti al banco del governo, il numero medio dei presenti non è stato superiore a 20 deputati. Per fortuna non erano previste votazioni.

Nel disegno di legge si prevede che per depositare le proprie disposizioni sul fine vita ci si dovrà rivolgere a un notaio o a un pubblico ufficiale, ma sarà possibile farlo anche davanti a un medico del Servizio sanitario nazionale; le volontà sono sempre revocabili ed ognuno potrà disporre il rifiuto dei trattamenti sanitari, incluse la nutrizione e l’idratazione artificiali.

I cinque articoli prevedono la possibilità di compilare la DAT (Disposizioni anticipate di trattamento), in base alla quale “ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento (« DAT »), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Può altresì indicare una persona di sua fiducia («fiduciario») che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie.

Vi è da rilevare che esistono comunque ancora punti di dissenso tra i vari gruppi. Quello di Forza Italia della Camera dei deputati ha tenuto la scorsa settimana una riunione di direttivo (martedì 7 marzo) e un’assemblea di gruppo (mercoledì 8 marzo) sull’argomento e “dopo un approfondito e accurato dibattito nelle due sedi – si legge in una nota – l’assemblea del gruppo ha deciso di raccogliere  le adesioni per la presentazione in Aula degli emendamenti fortemente migliorativi del provvedimento e ai quali hanno lavorato i deputati Antonio Palmieri e Francesco Paolo Sisto che hanno seguito l’iter della legge in Commissione Affari sociali alla Camera. I 48 emendamenti Palmieri-Sisto sono stati sottoscritti dalla stragrande maggioranza dei deputati di Forza Italia”. “È stato già deciso, in ogni caso, di convocare una nuova riunione dell’assemblea dei deputati azzurri per individuare, anche in relazione all’atteggiamento che il governo terrà in merito alle nostre proposte, l’orientamento del gruppo Forza Italia sul voto finale. In ogni caso sarà garantita, in considerazione della delicatezza del tema, la libertà di coscienza ai parlamentari che non si riconosceranno nella posizione maggioritaria del gruppo”.

 

Ricordiamo che è dal 2013 che si parla dell’argomento alle Camere. Diverse le proposte di legge depositate nei due rami del Parlamento. Tra le altre una petizione popolare che è stata depositata  il 13 settembre 2013.

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