Guerriglia urbana a Fuorigrotta per l’arrivo di Salvini. Ma prefetto e ministro danno l’ok al suo comizio alla Mostra d’Oltremare

Episodi di guerriglia urbana a Napoli, nel quartiere di Fuorigrotta dopo un corteo organizzato contro la visita di Matteo Salvini. Tutto è cominciato quando un corteo di protesta contro l’iniziativa di Salvini, proveniente da Mergellina, è giunto a Fuorigrotta. Erano circa duemila le persone che hanno accolto l’invito di centri sociali e movimenti che fanno capo al coordinamento della rete di associazioni  “Mai con Salvini” che per quattro giorni ha provato a far desistere il leader della Lega dal tenere un comizio alla Mostra d’Oltremare. Comunque era un corteo pacifico e colorato – c’era anche una ruspa – fino a quando si è avvicinato alla Mostra d’Oltremare. Lì sono cominciati gli scontri. Obiettivo dei manifestanti, come confermato sia nella breve conferenza stampa davanti alla Prefettura, sia dai post sui profili dei social network, era di consegnare “un foglio di via popolare” al leader della Lega. Presenti alla pacifica manifestazione la moglie del sindaco De Magistris, Mariateresa Dolce, che faceva parte di una delegazione di “Dema”, gli assessori comunali Ciro Borriello, Alessandra Clemente, Roberta Gaeta, Annamaria Palmieri e il presidente del Consiglio comunale Sandro Fucito.

In viale Kennedy una frangia di antagonisti con maschere di Pulcinella  si è staccata dalla manifestazione  e ha iniziato a lanciare molotov, petardi, sassi e fumogeni contro le forze dell’ordine che cercavano di impedire al corteo di arrivare alla Mostra per il comizio del leader della Lega. Hanno capovolto cassonetti dell’immondizia e hanno danneggiato auto in sosta. La polizia ha risposto con lacrimogeni, cariche e idranti. Sono state fermate quattro o cinque persone. Durante gli scontri sono stati feriti 16 poliziotti e 5 carabinieri. Un gruppo di manifestanti si è successivamente recato  davanti alla Questura per chiedere la liberazione dei fermati.

Grazie all’uso degli idranti e con il sostegno di altri agenti, i più esagitati sono stati fatti indietreggiare. I commercianti hanno abbassato le saracinesche e la gente, terrorizzata, ha cercato rifugio ovunque. Il lancio di lacrimogeni e la densa coltre di fumo hanno a lungo reso l’aria irrespirabile. La zona degli scontri è diventata un vero e proprio campo di battaglia.

Il raduno leghista ha comunque avuto luogo alla Mostra d’Oltremare dopo che il prefetto, d’intesa con il ministro dell’Interno, Marco Minniti, aveva rimosso ogni impedimento, sia quello opposto dai centri sociali sia quello dichiarato dal sindaco de Magistris, allo svolgimento della manifestazione di Salvini. Il quale poi, si è sentito in diritto di dire: “La prossima volta che vengo a Napoli la manifestazione la facciamo in piazza del Plebiscito, così vediamo”.  “Posso aver sbagliato in passato – ha proseguito il segretario della Lega –  ma non ho intenzione di sbagliare sul futuro, e il futuro dell’Italia è il rispetto delle diversità all’interno del Paese”.

Che l’evento con Salvini si svolgesse alla Mostra d’Oltremare (che rientra nelle disponibilità del Comune) è stato imposto dalla Prefettura di Napoli. Dopo un primo sì, l’Ente aveva fatto marcia indietro e ritirato la concessione della sala per motivi di opportunità. Sul caso però era intervenuto il ministro dell’Interno, Minniti, e aveva chiesto alla Prefettura di garantire che l’iniziativa si svolgesse lì.  Il sindaco invece ha respinto “dal punto di vista politico e istituzionale il provvedimento del governo”. A suo avviso si poteva trovare altra location. “Nessuno – ha precisato – ha tolto il diritto di parola al leader della Lega, a chi fa apologia del fascismo, ma non potevamo consentire che un bene in capo al Comune, come il teatro della Mostra d’Oltremare,  fosse utilizzato da Salvini. Invece si è ritenuto di far prevalere il capriccio di Salvini”. “Vorrei che si chiarisse che nessuno ha mai detto che Salvini non potesse fare la manifestazione – spiega ancora De Magistris -. Noi abbiamo detto che siccome la sua politica è improntata in chiave profondamente razzista, xenofoba e anti meridionalistica, qualsiasi luogo che anche indirettamente potesse essere nella disponibilità dell’amministrazione, non l’avremmo dato”.

Salvini aveva controbattuto all’Ansa:  “E’ scandaloso che un ex magistrato, sfortunatamente sindaco, spero ancora per poco, si permetta di decidere chi può e chi non può venire a Napoli”. E poi: “Le scuse ai napoletani le ho già fatte 18 volte, altrimenti non sarebbero qua oggi”. “Oggi – ha spiegato ancora – iniziamo a proporre un futuro per i loro figli, parliamo di questo che è più importante”.

Sulla vicenda ha voluto dire la sua da Torino (dove si trova per l’apertura della campagna elettorale i Renzi) anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca:  “Esprimo a nome del Pd la nostra solidarietà a Matteo Salvini. In questo momento sono in corso a Napoli scontri alimentati dai centri sociali che non lo fanno parlare, io la penso esattamente al contrario di Salvini ma lui ha diritto di parlare dove e come crede, il diritto di parola è il diritto alla libertà di tutti noi. Esprimo solidarietà anche alle forze di polizia”.

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