Giulio Terzi: sui marò “gravi violazioni” del governo Monti

L’ambasciatore Giulio Terzi, ministro degli Esteri del governo Monti, ha lanciato pesanti accuse dai microfoni di Radio Cusano Campus sul caso dei marò. “Quando Monti andò al Senato a comunicare delle mie dimissioni si riferì a degli interessi economici che dovevano essere tutelati e che andavano aldilà dell’esigenza di salvaguardare la sicurezza e la posizione dei nostri due militari. La natura di questi interessi è intuibile, ma non è mai stata spiegata apertamente. Mi auguro che almeno alla conclusione di questa vicenda ci possa essere una Commissione d’inchiesta parlamentare su questo episodio. Questo caso mi ha impegnato più di tutti gli altri sul piano politico, personale, intellettuale durante il mio mandato. Ero sicuro che il caso si sarebbe risolto a metà marzo 2013, con uno scatto d’orgoglio e di autorevolezza del nostro Paese sulla scena internazionale. E invece purtroppo tutto quello che avevamo costruito è stato fatto crollare per interessi  economici. Ho dovuto constatare quanto  il malaffare e le considerazioni sommerse di un’economia che non è trasparente possano influire sulla sicurezza e sulla politica estera del nostro Paese. Si è parlato ad esempio di interessi legati al commercio dell’amianto con l’India. I governi Letta prima e Renzi poi hanno commesso l’errore di continuare a cercare delle soluzioni sottobanco, delle vie compromissorie nascoste, dei ‘do ut des’  che risolvessero la situazione, anzichè proseguire per la strada maestra dell’attivazione dell’arbitrato obbligatorio che era già stata presa a metà marzo 2013”.

“Rispedire i due marò in India nel marzo 2013 fu una decisione illegittima. Non è immaginabile che l’Italia possa mandare in India dei cittadini italiani per un processo, sapendo che nell’ordinamento indiano è prevista la pena di morte. Di conseguenza, fu costituzionalmente illegittimo rispedire i nostri militari in India. E’ stata violata anche la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Io so che è in circolazione un documento del ministero della Giustizia nel quale, a nome del ministro della Giustizia dell’epoca, veniva detto che l’Italia non poteva rispedire i Marò in India perchè altrimenti avrebbe violato Costituzione e diritti umani”.

“Sulla politica estera e di sicurezza, soprattutto quando tocca degli interessi vitali per il Paese, sembra che il governo abbia perso la bussola. Basti guardare le questioni legate alla sicurezza nel Mediterraneo, i flussi di immigrazione e di terrorismo… Qui noi aspettiamo che l’Onu e l’Ue ci dicano cosa fare. Abbiamo dimenticato che esistono delle forme di autotutela nazionale che andrebbero messe in atto”.

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