Giornata della legalità: cinquantamila studenti a Palermo per ricordare Giovanni Falcone a 24 anni dalla strage di Capaci

Un momento del 24/o anniversario della strage Capaci, Palermo, 23 maggio 2016. ANSA /MIKE PALAZZOTTO
Foto di Mike Palazzotto per l’Ansa.

Cinquantamila studenti per ricordare Giovanni Falcone nella “Giornata della legalità”, a 24 anni dalla strage di Capaci. A Palermo, alla cerimonia di commemorazione, dall’aula bunker dell’Ucciardone, partecipa la sorella del giudice ucciso, Maria Falcone. Ci sono il ministro della Giustizia, Andrea Orlando e quello dell’Istruzione Stefania Giannini e anche Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, scampato s un attentato mafioso la settimana scorsa.

Numerosi scout e studenti hanno portato striscioni colorati, disegni e laboratori fuori dall’aula bunker del carcere Ucciardone, luogo simbolo del maxiprocesso contro Cosa Nostra. Sui tavoli pieni di colori, seguiti dai propri insegnanti, i ragazzi hanno riprodotto una serie di alberi di carta, in omaggio all’albero Falcone, dove oggi, in occasione del 24/mo anniversario della strage Capaci in cui il giudice Giovanni Falcone e la moglie Francesco Morvillo furono uccisi insieme ai loro agenti di scorta, si sono riuniti i due cortei.

“Quel luogo, l’albero Falcone (foto), è diventato il simbolo della rinascita della società civile”, ha detto la sorella del giudice ucciso, Maria Falcone, aprendo la manifestazione di commemorazione in aula bunker. Gli alunni più grandi collaborano alla realizzazione di cartelloni e striscioni da portare ai cortei che partiranno nel pomeriggio. L’attività più di “moda” è la creazione delle magliette della legalità, colorate con frasi diverse, che saranno indossate più tardi dai bambini. I lavori con il pannolenci sono stati invece attaccati agli striscioni.

“Quella strage fu l’avvio di una riscossa morale”, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando la figura del giudice ucciso dalla mafia. “Un assassinio, a un tempo, che ha segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, e l’avvio di una riscossa morale, l’apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si è mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni”. “Desidero esprimere – ha proseguito Mattarella –  la mia vicinanza e la mia gratitudine a tutti voi presenti nell’aula bunker, a chi non si è mai scoraggiato nella battaglia contro le mafie, contro l’illegalità e contro la corruzione, a chi lo ha fatto a costo di sacrificio personale e a chi ha compreso il valore della cultura della legalità, che vive anzitutto nell’agire quotidiano”. E ha concluso citando le parole di Falcone: “La mafia non è affatto invincibile”.

“Quello – ha detto a sua volta il presidente del Consiglio, Matteo Renzi – è stato uno dei momenti in cui ho deciso di fare giurisprudenza e se questo Paese è un po’ più forte e un po’ più libero lo deve pure a Falcone e Borsellino, nella loro memoria noi continuiamo il loro lavoro”.

 

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