Giallo nell’inchiesta sulla Consip: capitano indagato per un’intercettazione di Bocchino (attribuita a Romeo) su Renzi

Il capitano del Noe, Giampaolo Scafarto, in una immagine di repertorio.
(Foto Ansa di Luigi Pepe)

Il capitano del Noe (Nucleo Operativo ecologico) dei Carabinieri, Giampaolo Scafarto, è indagato dalla Procura di Roma con l’ipotesi di falso in quanto autore di un’informativa nell’ambito dell’inchiesta Consip in cui da un lato avrebbe accreditato erroneamente la tesi della presenza dei servizi segreti nel corso degli accertamenti e, dall’altro di aver attribuito all’imprenditore Alfredo Romeo (tuttora in carcere) e non all’ex parlamentare Italo Bocchino una frase registrata con una intercettazione: “…Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato”. Interrogato, Scafarto si è avvalso della facoltà di non rispondere perché – come ha spiegato il suo avvocato – attende di prendere visione degli atti che lo accuserebbero. Da questa interpretazione della intercettazione era stata ricavata dai magistrati inquirenti la convinzione che Tiziano Renzi (padre di Matteo) conoscesse l’imprenditore inquisito e avesse avuto rapporti d’affari con lui per gli appalti della Consip: circostanza che Renzi senior però ha sempre decisamente negato.

“La scelta di non rispondere alle domande dei pm – ha spiegato l’avvocato Giovanni Annunziata, difensore Gian Paolo Scafarto – rientra in una mia strategia difensiva. Ho l’esigenza di conoscere gli atti dell’indagine nella loro completezza. Appena il quadro sarà chiaro, chiederò alla Procura di convocare il mio assistito per essere interrogato”.   “Ho ricevuto venerdì la convocazione dei pm con i capi di imputazione – spiega ancora il penalista – che fanno riferimento all’intera attività di indagine svolta su Consip. E’ necessario, quindi, leggere prima tutti gli atti dell’indagine per affrontare un interrogatorio. Il mio assistito ha lavorato circa un anno su questo procedimento e redigendo, di fatto, quasi tutte le informative. Appena sarò pronto contatterò il procuratore capo, Giuseppe Pignatone e il sostituto Mario Palazzi, al fine di convocarci e affrontare le contestazioni che ci vengono mosse”.

Ora il capitano Giampaolo Scafarto è accusato dal pm Mario Palazzi di falso materiale e falso ideologico perché “nella qualità di pubblico ufficiale – si legge nell’invito a comparire – redigeva un’informativa nella quale, al fine di accreditare la tesi del coinvolgimento di personaggi asseritamente appartenenti ai servizi segreti ometteva scientemente informazioni ottenute a seguito di indagini esperite”. In particolare, Scafarto – che è uno dei militari impegnati nel recupero, a Roma, di “pizzini” scritti nell’ufficio dell’imprenditore Romeo –  dopo “aver affermato che durante lo svolgimento dell’indagine ‘lo scrivente ed altri militari di questo comando hanno il ragionevole sospetto di ricevere attenzioni da parte di qualche appartenente ai servizi’ a conforto di ciò indicava, tra l’altro, la presenza di una vettura sospetta il cui conducente risultò poi essere identificato come autista dell’Opera Pia stabilimenti spagnoli in Italia” e residente a pochi metri dal luogo di parcheggio della vettura.

I difensori di Tiziano Renzi. “Se ne va anche questo apparente indizio”, “ora aspettiamo fiduciosi l’archiviazione del procedimento”, “certo è che chiedere scusa forse non basterà”, ha commentato  l’avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi, commenta l’accusa di falso al capitano del Noe, Giampaolo Scafarto.

Il commento di Matteo Renzi. Intervistato a “Porta a Porta”,  Matteo Renzi ha detto: “È molto strano quello sta avvenendo, ma ho totale fiducia nella magistratura. Non abbiamo nulla da nascondere. Sarebbe facile per me venire qui oggi e dire, essendo in corso un’indagine per falso, ‘avete visto…‘. Niente di tutto questo, chiedo come cittadino che tutti abbiano totale fiducia nella magistratura e lo dico oggi che è più facile di due mesi fa perché credo che la verità viene sempre a galla”.

Intanto l’Anac (Autorità anticorruzione) ha avviato la procedura per il commissariamento della Romeo Gestioni Spa e del Consorzio Stabile Romeo Facility Services 2010. Le società fanno capo ad Alfredo Romeo, coinvolto nell’inchiesta sul mega-appalto Consip da 2,7 miliardi per l’Fm4, il facility management per le pubbliche amministrazioni. L’iter – a quanto si apprende – è partito nei giorni scorsi. L’Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, ha quindi avviato le verifiche che potrebbero sfociare nell’istanza di commissariamento al prefetto di Napoli.

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