Firme per le candidature M56: dopo Palermo indagine anche a Bologna

La faccenda delle irregolarità nella raccolta delle firme  per la presentazione di candidature del M5s in  elezioni comunali di anni passati sta stranamente diffondendosi alla vigilia del referendum. Dopo Palermo (elezioni comunali del 2012) anche a Bologna ci sono degli indagati per presunte violazioni delle norme nella raccolta di firme in calce alle candidature del Movimento 5 Stelle. Si tratta di un’inchiesta che ipotizza a carico di quattro persone la violazione di un articolo della legge elettorale in occasione delle Regionali 2014, un fascicolo nato da un esposto (singolarmente tardivo) di due militanti.

Tra i quattro indagati figura anche Marco Piazza, vicepresidente del Consiglio comunale. Ai quattro è contestata la violazione dell’articolo 90 comma 2 del Dpr 570 del 1960. Piazza sarebbe chiamato in causa in qualità di ‘certificatore’, insieme ad un suo collaboratore e ad altre due persone. Tra le contestazioni, nel fascicolo del pm Michela Guidi, che ha coordinato le indagini dei Carabinieri del comune di Vergato, c’è quella, a carico dei quattro, di aver autenticato firme non apposte in loro presenza oppure in luogo diverso rispetto al requisito di territorialità, oppure in mancanza della qualità del pubblico ufficiale.

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