Finanziamento ai partiti senza controlli: solo il M5s protesta

I senatori del M5S durante la discussione sul DDL Boccadutri sulla sanatoria al finanziamento pubblico ai partiti nell'aula del Senato a Roma 14 ottobre 2015. ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI,

Per le casse dei partiti, alcune delle quali ormai esauste e piene di debiti anche nei riguardi dei dipendenti, arrivano i 10 milioni di rimborsi elettorali sbloccati dall’Ufficio di presidenza della Camera, dopo l’approvazione della cosiddetta legge Boccadutri, che ha consentito l’erogazione senza alcun controllo sui bilanci da parte dell’apposita Commissione di vigilanza. Decisione contestata da M5s, che ha abbandonato la riunione e che preannuncia ulteriori proteste. Nel 2012 è stata istituita una Commissione per il controllo dei rendiconti dei partiti, incaricata di verificare anche le spese effettive (fatture, scontrini, ecc). Tale controllo è necessario per ottenere il finanziamento pubblico che il governo Letta ha tagliato a partire dal 2016. La Commissione deve concludere i controlli entro il 30 giugno di ogni anno, ma quest’anno il suo presidente, Luciano Calamaro, ha dichiarato ai presidenti di Camera e Senato di non essere in grado di svolgere questa minuziosa verifica sugli scontrini dei bilanci 2013 per la carenza di personale. Camera e Senato hanno quindi approvato una legge di Sergio Boccadutri (Pd), che assegna alla Commissione il personale necessario, aggiungendo poi che per il 2013 non sarà necessario il controllo degli scontrini. La Commissione ha quindi eseguito un controllo di legittimità che ha fatto seguito a quello delle società di revisione, obbligatorio per legge. La parola è passata agli uffici di presidenza dei due rami del Parlamento che devono emanare la delibera per l’assegnazione dei Fondi.

All’Ufficio di presidenza della Camera  i pentastellati Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro hanno chiesto il parere dell’Avvocatura della Camera, mettendo in dubbio la legittimità della delibera, ma questo è stato negato. Alla fine Di Maio e Fraccaro hanno abbandonato la riunione. “E’ assurdo e umiliante ratificare una legge che elude i controlli” ha detto Di Maio, il quale ha comunque preannunciato una Diffida all’Ufficio di Presidenza a dar via libera alla delibera.

L’ufficio di presidenza ha comunque approvato all’unanimità dei presenti la delibera, che porterà a far partire bonifici per complessivi 10 milioni in favore dei partiti. Nei prossimi giorni dovrebbe esserci una analoga decisione del Senato che sbloccherà altri 6 milioni di rimborsi. Trattandosi dei fondi relativi al 2013, diversi partiti potranno cominciare a pagare i debiti verso i fornitori e alcuni anche verso i dipendenti, con stipendi pagati in ritardo di mesi come il caso di Fi.

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