Festini a casa Berlusconi: condannati Tarantini e “l’ape regina”. Sviene la D’Addario: niente risarcimento

L'uscita dal carcere di Poggioreale a Napoli nella notte di oggi, 27 settembre 2011, di Gianpaolo Tarantini. Silvio Berlusconi, per i magistrati del Riesame di Napoli chiamati a decidere gli sviluppi del caso Tarantini, non sarebbe vittima di un ricatto, ma avrebbe istigato l'imprenditore barese a mentire, contestazione che farebbe di lui un indagato. ANSA / CIRO FUSCO

Il Tribunale di Bari ha condannato a 7 anni e 10 mesi Gianpaolo Tarantini e a 16 mesi Sabina Began, ‘l’ape regina’ delle feste organizzate dall’ex premier Silvio Berlusconi, due tra i 7 imputati del processo ‘Escort’.

Per Claudio Tarantini, fratello di Gianpaolo, è stata invece disposta l’assoluzione, come chiesto dall’accusa. Al pierre milanese Peter Faraone sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi, a Massimiliano Verdoscia 3 anni e sei mesi. Assolti anche Francesca Lana e Letizia Filippi. Il Tribunale ha escluso la sussistenza del reato di associazione a delinquere.

Il tribunale ha trasmesso gli atti alla Procura per l’eventuale esercizio dell’azione penale nei confronti di Silvio Berlusconi ai sensi dell’articolo 377 del Codice penale (intralcio alla giustizia).

Trasmessi infine atti alla procura affinché valuti l’ipotesi di reato di falsa testimonianza nei confronti di alcune delle ragazze portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze di Silvio Berlusconi affinché si prostituissero. Si tratta di Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone, Roberta Nigro, Ioana Visan, Barbara Montereale e Dino Mastromarco, quest’ultimo ex autista di Gianpaolo Tarantini.

Patrizia D’Addario è stata colta da malore ed ha perso i sensi nel piazzale del Tribunale di Bari poco dopo la lettura della sentenza con cui sono stati condannati alcuni imputati del processo escort e nel quale non è stato riconosciuto alcun risarcimento dei danni alle parti civili tra cui figura la stessa D’Addario. La donna è stata soccorsa da sanitari del 118. D’Addario è la escort barese che con le sue dichiarazioni nel 2009 fece scoppiare il caso del giro di ragazze a pagamento gestito da Tarantini per le feste a casa dell’allora premier Silvio Berlusconi. “Non mi resta che il suicidio”: così la  D’Addario ha reagito, in modo disperato, alla sentenza con la quale il Tribunale di Bari non ha riconosciuto alcun risarcimento dei danni alle parti civili, tra cui lei stessa.

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