Elezioni: bocciato dal Tar il ricorso di Fassina, che si appella al Consiglio di Stato. Alfano propone che si voti anche lunedì 6 giugno

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse13-11-2014 RomaPoliticaPresentazione del libro di Salvatore Merlo "Renzi e la classe dirigente" presso l'Istituto SturzoNella foto Stefano FassinaPhoto Fabio Cimaglia / LaPresse13-11-2014Politic Presentation of the book "Renzi e la classe dirigente" at Sturzo' InstituteIn the photo Stefano Fassina

Il TAR del Lazio ha confermato con una sentenza, dopo una lunga discussione, l’esclusione della lista Sinistra per Roma capeggiata da Stefano Fassina come candidato a sindaco alle prossime elezioni amministrative del 5 giugno, respingendo il ricorso che era stato presentato, come da altre liste, dopo il no della commissione elettorale della capitale.

Subito dopo Fassina ha dichiarato: “Apprendiamo con rammarico la sentenza del Tar del Lazio che esclude le nostre liste dalla competizione elettorale a Roma. Non ci fermiamo qui. Siamo convinti delle nostre ragioni e ricorreremo al Consiglio di Stato”.

Nelle ultime ore i rumors parlano di un’ipotesi di decreto ‘salva-liste’, sul quale, però, oggi il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha frenato. “Non ci sono precedenti di interventi di sanatoria per procedimenti elettorali, procedimenti che sono rigidi”, ha detto Alfano anche se, fanno presente fonti parlamentari, un precedente al riguardo c’è. Non un decreto ‘tout court’, ma un decreto interpretativo che il governo Berlusconi, in occasione delle Regionali del 2010, varò risolvendo il caso dell’esclusione della lista Formigoni in Lombardia e di quella Polverini nel Lazio. Al decreto interpretativo si arrivò dopo una lunga scia di polemiche – che vide in trincea il Pd – e dopo un primo ‘niet’ del Colle a un provvedimento che, per riammettere le liste escluse, posticipasse la scadenza dei termini di presentazione. Oggi, a rischiare, sono innanzitutto la lista Fdi a Milano e quella che fa capo a Stefano Fassina a Roma. E nonostante i continui appelli di Fdi, fonti della maggioranza Dem escludono che l’ipotesi sia sul tavolo.

SI VOTA ANCHE IL LUNEDì? – Intanto il ministro dell’Interno Alfano propone che alle prossime elezioni amministrative si voti anche il lunedì. Ma il Consiglio dei ministri rinuncerà d appoggiare la proposta quando è emerso che il maggior costo sarebbe elevatissimo e dopo che Enrico Letta ha ricordato che lui portò avanti la norma per un solo giorno di votazione proprio per risparmiare spese superflue.

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