ELECTION DAY E MEDIA/ Trump rovina la festa agli ultras di Hillary, Bruno Vespa mattatore triste

camillaccidi FABIO CAMILLACCI- L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, arrivata contro tutti i pronostici della vigilia, ci ha insegnato molte cose. Che i media planetari di oggi (giornali, radio, tv e web) sono sempre più schierati, che i sondaggisti non ne azzeccano più una (Brexit docet) e ciò che è più grave, ahimè, che i giornalisti si sono trasformati in autentici ultras: fideisti, fondamentalisti, mai obiettivi tranne rare e preziose eccezioni. Piccola riflessione sui sondaggi: comincio seriamente a pensar male. Siamo proprio sicuri che siano sbagliati? O sono semplicemente truccati per influenzare e quindi pilotare un’elezione o un referendum? Forse si diceva che avrebbe vinto il “Remain” per invitare i cittadini britannici a non votare “Brexit” e forse Hillary Clinton veniva data in vantaggio per invitare il popolo americano a votare per lei, la presunta favorita delle masse. Ritengo assurdo ad esempio averla sempre considerata vincitrice dei duelli televisivi che hanno preceduto l’Election Day: duelli di basso profilo finiti al massimo con semplici “pareggiotti”, a volte con reti, altre volte a reti bianche. Errori clamorosi o premeditazione? In entrambi i casi, c’è da preoccuparsi. Nessuno riesce più a capire veramente le intenzioni di un popolo, a intercettarne le istanze, le necessità, le intenzioni di voto. Trump alla fine ha vinto contro tutti i pronostici, contro tutti i media (CNN e Fox News in primis) e contro i “radical chic” italiani e mondiali. Ma soffermiamoci sui guasti di casa nostra.

Porta a Porta: un triste teatrino pro Hillary. Bruno Vespa colpisce ancora. Da Forlani a Renzi, passando per Berlusconi e il famoso contratto con gli italiani, Vespa invecchia, perde il pelo, ma, non il vizio: schierarsi sempre dalla parte del Potere, quello con la “p” maiuscola. Pregustando la vittoria, grazie ai sondaggi e all’immenso schieramento dei media in favore della Clinton, ha ovviamente scelto di parteggiare per l’ex first lady, l’ex Segretario di Stato americano, la donna forte dell’establishment a stelle e strisce. Ci viene un sospetto: forse stavolta il buon Vespa si è schierato con Hillary, anche per piaggeria nei confronti del presidente del Consiglio Matteo Renzi, reduce dall’indottrinamento ricevuto alla Casa Bianca dalla coppia Barack-Michelle: tifa per la Clinton. Una coppia che ha pure consigliato al premier di dare più spazio a sua moglie Agnese. C’è una piccola differenza però tra Obama e Renzi: Barack è stato eletto per due volte Presidente degli Stati Uniti raccogliendo in due tornate quasi 140 milioni di voti, Renzi no. Renzi non è stato eletto dal popolo, è stato “nominato” dall’ex Presidente della Repubblica Napolitano. Quindi, caro ex sindaco di Firenze, non prenda in parola Obama; anche perchè il redde rationem potrebbe essere dietro l’angolo. Nel frattempo, Renzi, la Boschi e tutto il cerchio magico della maggioranza dem, si sono trasformati in fan sfegatati di Hillary Clinton, salvo poi correre ai ripari a elezione di Trump avvenuta.

Vespa e i suoi “pupi siciliani”. Porta a Porta di martedi 8 novembre sembrava più il “Grande Fratello Vip” dove non esistono vip, che una trasmissione di approfondimento e servizio. A proposito, il servizio pubblico Rai che fine ha fatto? Sono anni che latita, però, continuano a farci pagare il canone. Paghiamo il canone per trasmissioni da “tv spazzatura”. Uno studio televisivo abilmente trasformato in una sorta di Curva Sud scatenata nel tifo per Hillary Clinton, la vincitrice erroneamente annunciata. Uno studio trasformato in pollaio, in cui dalla tarda serata all’alba e oltre, sfila chiunque: renziani, politici, dinosauri della politica come Casini, diplomatici, professori universitari, giornalisti più o meno competenti e tante, tante donne. Tutti ovviamente tifosi sfegatati di Hillary, tranne qualche eccezione tipo La Russa, la Santanchè e pochi altri. Mosche bianche in studio. Vespa fa il direttore d’orchestra: stimola, istiga, riprende i suoi ospiti, li sgrida perchè stanno esagerando nel tifo per la Clinton (!?), cita aneddoti da “Guerra Fredda”, da “Compromesso Storico”. Incredibile. Ma perchè? E per chi poi? Per una come Hillary Clinton che sta nella “stanza dei bottoni” da anni, che fa parte di un’altra “Dynasty” come quella dei Kennedy o dei Bush. Per la donna paladina del femminismo (!?), per la Giovanna d’Arco del terzo millennio dell’universo femminile (!?), chiamata a battere lo spauracchio Donald Trump. Uno che peraltro secondo loro partiva battuto, che non sarebbe mai potuto diventare Presidente degli Stati Uniti perchè “sessista” (altro neologismo usato con troppa disinvoltura), evasore fiscale, cialtrone, incapace, buzzurro e chi più ne ha più ne metta.

Dall’entusiasmo per i primi numeri elettorali, al de profundis. All’arrivo dei risultati è Vespa show. La Clinton è data al 70% in uno stato con appena 3 seggi scrutinati? E Bruno gongola cominciando a ipotizzare una valanga di voti per la candidata democratica. Arriva un dato analogo favorevole a Trump? In questo caso Vespa sottolinea che si tratta di pochissime sezioni. A un certo punto poi, quando lo “tsunami” Trump diventa concreto, il nostro va completamente in tilt, cominciando a dare i numeri: è proprio il caso di dirlo. Moltiplica i “Trump rischia di vincere” e i “peccato” in riferimento ai deludenti risultati di Hillary. Buca i momenti salienti della serata, cioè l’assegnazione di Stati decisivi, mandando in onda servizi patinati in cui viene letteralmente esaltata la figura della Clinton, proprio mentre la stessa riceve bastonate repubblicane dalle urne. Ribadiamo: ma perchè tutto questo ridicolo spettacolo? Sulle altre reti televisive non è andata meglio. Mentana su La 7 e Rainews 24 hanno offerto un ottimo servizio dal punto di vista giornalistico senza però rinunciare a fare il tifo per la Clinton, inviati e redattori compresi. Il direttore Di Bella e Friedmann in lutto per la sconfitta di Hillary. Addirittura in studio su La 7 c’è stato pure chi ha paragonato la vittoria di Trump al crollo del Muro di Berlino (avvenuto sempre il 9 novembre ma del 1989) e Mentana gli ha dato ragione. Follìa totale insomma, chiacchiere in libertà. La chicca dell’Election Day vissuto in salsa de ‘noantri, spetta però a Piero Sansonetti che in un talk-show pomeridiano ha avuto una crisi mistica e alzando gli occhi al cielo ha esclamato: “Signore ti prego non far vincere Trump!”. Senza parole.

Commenta per primo

Lascia un commento