Einstürzende Neubauten a Roma: trent’anni di rumore innamorato

 

Listener di FEDERICO BETTA/ Dalla Berlino del 1980, gli Einstürzende Neubauten non hanno smesso di perseguire il loro stile. Ispirati alle avanguardie storiche del novecento, alla musica concreta e all’elettronica tedesca mixata al progressive (il cosiddetto Krautrcock), dopo più di trent’anni sono ancora in grado di stupire i loro affezionati e coinvolgere nuovi spettatori.

In tour per presentare il loro ultimo album, Lament, hanno suonato al Festival Eutropia che ogni anno propone un cartellone degno di nota. Al Campo Boario di Roma il gruppo ha presentato i suoi pezzi più noti e ha salutato gli spettatori, dopo due coinvolgenti bis, con le parole di Blixa Bargel, il leader: potremmo stare qui ancora tanto, abbiamo molte hits!

Tra melodie intime e rumori distorti, la voce di Bargel s’immerge in suoni tipici dell’industrial e le percussioni si muovono tra tubi di ferro, taniche vuote, ruote dentate.

Ci sono anche pezzi d’alluminio che cadono e infrangono vetri, per celebrare ancora una volta il suono come potere vibrante, come aura mistica che unisce gli uomini. Gli Einstürzende non si smentiscono e regalano emozioni introvabili: nella distorsione come anima del mondo, nel ritmo come ricomposizione e frantumazione del legame, il gruppo tedesco continua la sua strada su un binario sempre rinnovato, innestando il potere aurorale in un hard rock senza mediazioni.

 

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