Ecco i punti principali della manovra economica su cui dovrà pronunciarsi l’Unione europea

Dopo una giornata tormentata, a tarda sera ieri è stato dato dal governo il via libera alla manovra 2019, nonché al decreto fiscale e al decreto semplificazione. Al termine del Consiglio dei ministri, il presidente Giuseppe Conte, ha precisato che il Draft Budgetary Plan sarà inviato a Bruxelles “entro il termine fissato dall’Ue”.  “Manteniamo tutte le promesse, siamo molto soddisfatti, frutto di un lavoro meditato e di tanti incontri”, ha aggiunto.

Soddisfatti anche i due vicepresidenti, Di Maio e Salvini. “Cominciamo a mantenere gli impegni presi, gradualmente ma con coraggio – ha affermato quest’ultimo -. Di più non so che cosa avremmo potuto inserire in una manovra che non fa miracoli, non moltiplica pani e pesci ma apre opportunità di lavoro per centinaia di migliaia di giovani. Dopo 137 giorni di governo c’è da essere soddisfatti di quello che abbiamo fatto oggi”.

Nella manovra, ha affermato a sua volta Luigi Di Maio,  “si confermano quota 100 per la pensione (62 anni di età con 38 di contributi) e il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza che partiranno nei primi tre mesi del 2019″. Di Maio ha confermato anche l’aumento della tassazione sul gioco d’azzardo (“piaga sociale da combattere”). Non solo: l’anno prossimo sarà confermata l’opzione donna per il pensionamento anticipato.

“La Logica della manovra è quella illustrata nella Nadef – ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria -: riflette quanto era lì contenuto sia negli obiettivi di deficit, come ovvio, che nei contenuti. I principali sono l’eliminazione dell’aumento Iva previsto nella legislazione vigente, il finanziamento del reddito di cittadinanza e della correzione della Fornero per la possibilità di andare in pensione un po’ prima per superare problemi di turn over. Ci sono provvedimenti fiscali a favore soprattutto delle piccole imprese”.

Tria ha anche smentito le voci su sue possibili dimissioni dopo il percorso della legge di bilancio: “Non sono portato al masochismo, di subire tutta legge di bilancio e la discussione per dimettermi dopo, smentisco, non avrebbe senso”.

Tregua, dunque, dopo la tensione delle ultime 24 ore tra Lega e M5S. Tre vertici in un giorno fino a poco prima del Consiglio dei ministri,  che ha approvato la manovra da 37 miliardi ed ha annunciato di aver siglato l’intesa su pensioni e fisco.

Nonostante il caos e i litigi, che hanno portato Luigi Di Maio a disertare la prima riunione della giornata, a sera gli alleati festeggiano, almeno a parole: “Questa non è una semplice manovra – scrive il leader 5S – è un Nuovo Contratto Sociale che lo Stato stipula con i cittadini”; promesse “mantenute” con “gradualità e coraggio”, fa eco Matteo Salvini che a Cdm in corso posta anche un selfie per esprimere tutta la sua soddisfazione.

Gli alleati gialloverdi trattano per tutto il giorno per poi ritrovarsi a cedere, ciascuno, un po’ di terreno: il taglio delle pensioni d’oro, rilanciato con la gran cassa dal leader 5S e che invece incontra scetticismo fra i leghisti, non sarà contenuto in un decreto legge (dunque non entrerà subito in vigore e non sfrutterà una corsia preferenziale durante l’esame alle Camere), bensì sarà inserito nella manovra facendo “incassare allo Stato un miliardo in tre anni” mentre la riforma della legge Fornero, cavallo di battaglia soprattutto di Matteo Salvini, partirà già da febbraio e non più da aprile come era stato concordato la scorsa settimana.

Su tutto, l’oggetto della discordia, la cosiddetta pace fiscale. Bisognerà attendere i dettagli per capire l’esatta portata della misura ma, secondo quanto fanno sapere fonti vicine a Luigi Di Maio, sarà prevista la “possibilità di integrare la dichiarazione dei redditi fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate con un tetto massimo di 100.000 euro”. E poco dopo dalla Lega fanno sapere che “la tassazione sul maggiore imponibile Irpef dichiarato nei 5 anni precedenti sarà del 20%”, fermo restando la soglia.

I 5 stelle fanno buon viso a cattivo gioco e rivendicano di aver messo in campo norme per “aiutare chi non ce la fa con le cartelle Equitalia” nonché di aver fissato tanti paletti da rendere la misura relativamente appetibile. Sempre in tema fiscale, confermata la sanatoria anche per liti e cartelle con l’obiettivo di ridurre, dicono sempre dal governo, “moltissimo il contenzioso in Cassazione”.

A testimoniare la coerenza con la linea di sempre, intransigente contro chi punta a guadagnare in ‘nero’, viene confermato il carcere contro chi evade. “Niente salvacondotti”, assicura più volte proprio Di Maio. Il leader pentastellato a Cdm ancora in corso in un post arriva anche a citare Roosvelt: “L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura – scrive in un post – è la paura stessa”.

La Manovra in pillole

LEGGE DI BILANCIO

Reddito di cittadinanza, riforma delle pensioni e flat tax. E ancora, rilancio degli investimenti pubblici, taglio delle pensioni d’oro e istituzione di una task force per la revisione di tutta la spesa pubblica. Sono alcuni dei punti contenuti nella Legge di Bilancio approvata ieri dal Consiglio dei ministri e approdata all’alba del 16 ottobre sul tavolo europeo.

Reddito di cittadinanza – Si introdurrà una misura universalistica di sostegno al reddito, con la previsione che nessun cittadino abbia un reddito mensile inferiore ai 780 euro, che crescono in base al numero dei componenti della famiglia;

Pensione di cittadinanza – Le pensioni minime saranno aumentate fino a 780 euro, con una differenziazione tra chi è proprietario di un immobile e chi non lo è;

Flat tax – Si estendono le soglie minime del regime forfettario fino a 65 mila euro, prevedendo un’aliquota piatta al 15 per cento;

Quota 100 – Si abrogano i limiti di età per i pensionamenti previsti dalla legge Fornero, introducendo la ‘quota 100’: si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati, favorendo così chi ha iniziato a lavorare in età molto giovane e al contempo agevolando il necessario ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione e nel privato. Per le donne si proroga ‘Opzione Donna’, che permette alle lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, e 35 anni di contributi, di andare in pensione;

Pensioni d’oro – Si interviene sulle pensioni d’oro, sopra i 4.500 euro mensili, in modo da rimodulare i trattamenti pensionistici più elevati e renderli più equi in considerazione dei contributi versati;

Risarcimento vittime crisi bancarie – Si stanzia un fondo da 1,5 miliardi per risarcire tutte le vittime delle crisi bancarie. Il fondo è così ampliato di 14 volte rispetto a prima;

Rilancio investimenti pubblici – Si stanziano 15 miliardi aggiuntivi nei prossimi 3 anni per rilanciare gli investimenti pubblici, soprattutto nell’ambito infrastrutturale, dell’adeguamento antisismico, dell’efficientamento energetico, dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Si crea inoltre una task force per valutare, monitorare e attivare rapidamente i progetti d’investimento;

Piano assunzioni straordinario – Si stanziano 500 milioni per un grande piano di assunzioni per poliziotti, magistrati e personale amministrativo, in modo da assicurare ai cittadini maggiore sicurezza, processi civili e penali più rapidi e una Pubblica Amministrazione più efficiente;

Task force spesa pubblica – Si crea una task force per la revisione di tutta la spesa pubblica. Il team analizzerà nel dettaglio ogni singola voce di spesa nel bilancio dello Stato per intervenire sugli sprechi ed efficientare la spesa, intervenendo, tra l’altro, su auto blu, voli di Stato e scorte;

DECRETO FISCALE E DECRETO SEMPLIFICAZIONE

Pace fiscale – Si prevede la pace fiscale solo per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi. I contribuenti che sono alle prese con il fisco potranno sanare la loro posizione pagando il 20% del non dichiarato in 5 anni, in caso di vittoria al secondo grado, senza sanzioni e interessi; sarà inoltre possibile integrare fino ad un massimo del 30% in più, rispetto alle somme già dichiarate, con un tetto massimo di 100.000 euro.

Rottamazione ter – Si prevede, per chi aveva già beneficiato della rottamazione bis e ha versato almeno una rata, la possibilità di ridefinire il proprio debito con il fisco (relativo al periodo tra il 2000 e il 2017) a condizioni agevolate, tra cui l’esclusione dal pagamento delle sanzioni e degli interessi di mora, la possibilità di rateizzare il pagamento (massimo 10 rate consecutive di pari importo) in 5 anni pagando un interesse ridotto del 2% l’anno e quella di compensare i debiti con il fisco con i crediti nei confronti della pubblica amministrazione;

Stralcio debiti fino 1000 euro – Si prevede la cancellazione automatica di tutti i debiti con il fisco relativi al periodo che va dal 2000 al 2010 di importo residuo fino a 1000 euro;

Definizione agevolata – Sono previste varie ipotesi di definizione agevolata delle controversie tra i contribuenti e il fisco. In particolare, si prevede la definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione a titolo di risorse proprie dell’Unione europea; delle controversie tributarie nei confronti dell’Agenzia delle entrate; degli atti del procedimento di accertamento; degli atti dei procedimenti verbali di contestazione; delle imposte di consumo;

Fatturazione elettronica– Si mantiene l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica dal primo gennaio 2019, riducendo per i primi sei mesi le sanzioni previste per chi non riuscirà ad adeguare i propri sistemi informatici;

Trasmissione telematica scontrini– Oltre all’obbligo di fatturazione elettronica, si introduce l’obbligo generalizzato di memorizzare e trasmettere telematicamente i corrispettivi. Questo consentirà di eliminare alcuni adempimenti contabili come l’obbligo di tenuta dei registri e conservazione delle fatture e degli scontrini e un controllo maggiore e meno invasivo dell’Agenzia delle entrate. L’obbligo parte per chi ha un volume d’affari superiore a 400 mila euro dal primo luglio 2019. Per gli altri dal primo gennaio 2020;

Rc auto equa – Per realizzare una RC auto equa, con canoni differenziati rispetto al territorio, si eliminano i vincoli di trasferimento della polizza da un assicuratore a un altro;

CIGS per riorganizzazione o crisi aziendale – si consente la proroga degli ammortizzatori sociali per il 2018 e 2019 per le imprese con più di 100 dipendenti, che abbiano problemi occupazionali. La cassa integrazione può essere concessa per 12 mesi per riorganizzazione aziendale e sei mesi per il caso di crisi;

Norma ‘Bramini’ – si introducono norme a tutela di chi ha debiti nei confronti delle banche ma vanta crediti nei confronti dello Stato.

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