DOMENICO MACERI/ Troppo piccolo il palco per candidati repubblicani alla nomination?

Domenico Maceridi DOMENICO MACERI*/

“Un senatore, un governatore o una donna che ha servito come amministratore delegato di una compagnia Fortune 500” dovrebbe avere il diritto di partecipare ai dibattiti. Così l’ex senatore  della Pennsylvania Rick Santorum ha commentato il piano della Fox News di limitare  ai top 10 i partecipanti al primo dibattito repubblicano in programma per il 6 agosto.  Il problema per la rete televisiva di Rupert Murdoch e anche quella di Cnn è la folla di candidati  alla nomination repubblicana (16 al momento). Avere più di dieci candidati presenti sul palco causa problemi e la storia ci dice che questo numero non è mai stato oltrepassato.
Entrambe le reti televisive hanno scelto di limitare a dieci i presenti con strategie molto simili. La Fox News userà i top ten secondo una media di sondaggi nazionali validi fino al 4 agosto. Secondo questo piano alcuni notabili al momento sarebbero eliminati, compresi parecchi nomi grossi di governatori o ex governatori come Rick Perry (Texas), George Pataki (New York) e Bobby Jindal (Louisiana). Esclusi anche Lindsey Graham, senatore della South Carolina, Rick Santorum, ex senatore della Pennsylvania e Carly Fiorina, ex amministratore delegato di Hewlett-Packard.
Per addolcire la bocciatura la Fox News offrirebbe un forum ai candidati esclusi per dare loro un’opportunità di illustrare le loro posizioni.
 La Cnn userebbe un sistema analogo per il secondo dibattito il 16 settembre per i top ten offrendo un secondo dibattito agli esclusi. In effetti un dibattito per candidati di serie “A” e uno per quelli di serie “B”.  La preoccupazione dei candidati fuori dal top 10 è ovviamente  una perdita di credibilità e allo stesso tempo la mancata opportunità mediatica di confrontarsi direttamente con i primi della classe.
Per inquinare ancor di più le acque il giornale Union Leader del New Hampshire terrà un presidential forum lo stesso giorno del primo dibattito che sarà trasmesso dalla rete di servizio pubblico C-SPAN. Non si sa al momento quali possibili candidati vi parteciperebbero.
Per i candidati a corto di fondi i primi dibattiti potrebbero essere indispensabili considerando la vetrina nazionale che gli offrono per farsi un nome. L’esclusione dal primo dibattito nuoce e sta spingendo i nuovissimi a fare di tutto per  attirare l’attenzione degli elettori e piazzarsi fra i top ten.
È paradossale che il metodo usato da Fox New e Cnn si basi sulla popolarità che al momento equivale poco più che la riconoscibilità del nome. Ecco come si spiega il fatto che Carly Fiorina si trova in una delle ultime posizioni. Jeb Bush invece, fratello e figlio di presidenti, si trova fra i primi posti.
Il primo della classe al momento è Donald Trump, l’investitore e  farneticante personalità televisiva, che pochi prendono sul serio e si teme un “effetto di circo” che lui potrebbe creare nel primo dibattito.
Tempi difficili dunque per il folto numero di candidati anche per la leadership del Partito Repubblicano, che ha paura di perdere il controllo dei dibattiti.  Non vorrebbero ripetere il fiasco dell’ultima volta con 23 dibattiti che non hanno aiutato il probabile portabandiera Mitt Romney. Quest’anno i leader del partito hanno programmato solo 9 dibattiti con la possibilità di aggiungerne altri tre.
Preoccupati anche i leader politici repubblicani dell’Iowa e New Hampshire che terranno le primarie iniziali. Questo fatto conferisce loro un certo potere, anche se gli eventuali vincitori delle primarie in questi Stati raramente vinceranno la nomination e il premio finale della Casa Bianca. Ciononostante, dato che si tratta di campagna basata sulla presenza e l’incontro con elettori faccia a faccia, i candidati più “ricchi” non hanno molti vantaggi su quelli con le tasche quasi vuote.
L’esclusione dal primo dibattito si potrebbe interpretare come una sconfitta completa anche se non pochi dei possibili candidati hanno pochissime chance di vincere la nomination e l’eventuale traguardo finale della Casa Bianca. Ma si sa che questo non è  il loro vero obiettivo. Se per Jeb Bush l’unica meta è la nomination, che potrebbe condurrlo alla  Casa Bianca, per gli altri la visibilità della campagna elettorale gli potrebbe valere la nomination alla vicepresidenza. Per altri ancora la visibilità ne accrescerà la popolarità per vendere più libri, ottenere un contratto televisivo o un posto nella futura amministrazione qualora un repubblicano vinca l’elezione.
Se la nomination del Partito Repubblicano ha attirato un folto numero di aspiranti, nel campo democratico è accaduto il contrario. All’inizio sembrava che nessuno avesse il coraggio di sfidare il colosso Hillary Clinton annullando dunque le primarie democratiche. Adesso che Lincoln Chafee, Martin O’Malley, Jim Webb e Bernie Sanders hanno annunciato la loro corsa si avranno cinque candidati sul palco. Troppo pochi? Si potrebbero invitare…alcuni repubblicani, come ha suggerito Bernie Sanders?

*Domenico Maceri
Docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California (dmaceri@gmail.com).

Commenta per primo

Lascia un commento