DISASTRO VALE/ MotoGP: a Le Mans Rossi si butta vita, trionfa il suo compagno Yamaha Vinales che torna leader del Mondiale. Zarco splendido secondo, terzo Pedrosa con la Honda

di MARIO MEDORI/ Capitombolo Valentino e tutto all’aria a poche curve dalla fine. Rossi, teso con ferocia all’inseguimento di Vinales, che lo aveva appena passato dopo un suo lungo, esagera e cade. Addio sogni di gloria. Vinales incassa e vola in testa alla classifica generale superando proprio il compagno Yamaha e portandosi a +23. Un vero peccato per il pesarese, che ha lottato come un leone, ma può solo rammaricarsi per l’occasione sprecata. Riecco invece Maverick: Jerez e Austin sono alle spalle. Vinales riprende quindi lo spartito di vittorie fermatosi in Argentina, inanella il terzo successo stagionale, davanti a Zarco, splendido 2° (suo primo podio in carriera in MotoGP), e Pedrosa, ottimo 3° in rimonta dal 15° posto in griglia.

Il riscatto di Maverick. Vinales a Le Mans doveva riscattarsi della scivolata di Austin e la modesta prova in Spagna, in cui ha comunque brillato e con tanto lavoro ci è riuscito. Sconfiggere Valentino, poi, e per giunta nel duello ravvicinato, vale doppio: per il primato in classifica e anche l’inerzia dei rapporti in squadra. Lo spagnolo si toglie anche lo sfizio di staccare il tagliando delle 500 vittorie per la Yamaha, lasciando un po’ di amaro in bocca a Rossi che teneva molto a incidere questa pietra miliare per la casa cui, più di ogni altra, ha legato il suo nome. Altra amarezza dunque per Valentino in questa dura giornata.

Naufragio Marquez. Lo spagnolo della Honda colleziona la seconda caduta stagionale, mentre era 4°, e conferma i limiti di una moto con cui, evidentemente, deve sempre rasentare il limite per andare forte. E se viaggi sempre sul filo del rasoio, tagliarti è facile. La gara di Pedrosa, però, terzo in corsa e addirittura secondo nel mondiale a 17 punti da Vinales, lascia aperte le speranze per la casa di Tokyo.

Riscatto Yamaha. La Yamaha invece si rialza dopo la parentesi spagnola: Le Mans era la sua pista, per giunta con il rinnovato asfalto, portatore sano di quel grip che è balsamo per la M1, e non ha fallito. Il duello a distanza con la Honda si sposta altrove: sulla carta è destinato ad arrivare a Valencia con un equilibrato saliscendi di valori, ma se Marquez continua a inanellare delle ‘X’ potrebbe presto diventare solo una questione di famiglia nel quartier generale di Iwata.

Capitolo Ducati. La casa di Borgo Panigale incassa il 4° posto di Dovizioso, a 11″ dal vincitore, dopo una gara di sostanza del forlivese, brillante all’inizio, meno alla distanza. Alti e bassi per la Ducati, con Lorenzo 6°, in difficoltà con l’umido del week end, nervoso con Miller, 8°e abile almeno a collezionare punti e km per migliorare il suo feeling con la Desmosedici.

La gara di Le Mans. Partono quasi tutti con le medie, tranne Zarco che opta per una doppia soft, Crutchlow che ha la hard all’anteriore e la media dietro, e Pedrosa con media davanti e soft al posteriore. Al via la progressione premia Zarco, seguito da Vinales, Marquez e Rossi, che in due curve si prende la terza posizione, mentre Pedrosa è già 7° al primo giro. Zarco prova a fare la lepre, come da copione viste le calzature più adatte alla fuga, ma non prende il largo e al 7° giro Vinales passa in testa. Il terzetto Yamaha fa l’andatura, con Marquez vicino e Pedrosa, 5°,che fa un sorpasso chirurgico su Dovizioso. Vinales conserva 1″ circa di vantaggio, al 18° giro Marquez si sdraia per aver esagerato nella ricerca del limite e a 6 tornate dalla fine Rossi inchioda in staccata Zarco alla curva 3 per il 2° posto. C’è tempo per andare all’assalto di Vinales e Rossi ci prova, ci mancherebbe. A tre giri dalla fine la stilettata, alla curva 3, precisa e implacabile. Vinales prova la replica, ma va dritto. Ultimo giro, un dritto di Rossi al limite in staccata, alla curva 8, riporta davanti Vinales: è il prologo dell’errore più grave, la caduta, che rende amarissimo il week end di Rossi. Peccato, ma che emozioni.

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