Di Pietro sul caso Consip-Woodcock: “Un magistrato che non corre dietro i ladri di polli ne paga le conseguenze”

Antonio Di Pietro è intervenuto ai microfoni di Arduini e Di Ciancio su Radio Cusano Campus per parlare dell’indagine sulla Consip e dell’accusa di violazione del segreto d’ufficio rivolta al pm Woodcock e alla giornalista Federica Sciarelli.
 “Se c’è un segreto d’ufficio – ha detto l’ex magistrato di “Mani pulite” –  violarlo crea un grave danno all’indagine, perchè è chiaro che l’interessato fa di tutto per far scomparire le prove e non farle emergere. Che ci sia questo tipo di reato è bene. Precisato ciò, io lì dentro ci sono stato. Quando si apre un’indagine bisogna dimostrarlo che la colpa di una eventuale fuga di notizie sia del magistrato. Sono centomila le persone che ci girano attorno a una indagine. Da quello che deve scrivere a mano sul registro a quello che deve ascoltare la telefonata. Non si devono costruire colpevoli prima ancora che vengano considerati tali.
Anche io ho subito tanti attacchi simili. Quando venivo accusato di fare il protagonista, portavo chi mi accusava davanti a un giudizio civile per accertare se il fatto era vero o era falso. Fossi Woodcock o la Sciarelli mi sottoporrei subito alle indagini. Solo il giornalista che ha scritto la notizia può dire come stanno le cose. Marco Lillo ha fatto il proprio mestiere a pubblicare la notizia. La magistratura romana gli fa un favore a Woodcock e alla Sciarelli: torneranno a essere innocenti e una volta in più si dimostrerà che una volta che c’è un magistrato che vuol fare qualcosa in più che correre dietro ai ladri di polli ne paga le conseguenze“.

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