Dal video saggio di Debord l’originale spettacolo di Roberto Castello

 

Castello Da Debord al teatrodi Federico Betta/

Un’unica base ritmica che si ripete ossessivamente per tutto lo spettacolo. Una voce off che decide con due semplici parole, light e dark, quando la scena è illuminata o buia. Un unico spazio segmentato da colonne e aree oscure, possibilità di movimento sempre incatenato tra confini rigidi. Questo è il quadro che accoglie i sei ballerini sotto la guida di Roberto Castello nel suo ultimo lavoro In girum imus nocte et consumimur ingni (Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco) in scena al teatro vascello di Roma fino a domenica 18 ottobre.

Lo spunto del lavoro è il video saggio di Guy Debord del 1978 dallo stesso titolo: un montaggio di riprese originali, scene da film, foto e voce dello stesso Debord che apre nuove strade filmiche per resistere alla condizione umana intrisa di spettacolo. Il lavoro di Castello è, come dice l’autore, di pura danza, ma privo di qualsiasi riferimento al balletto. In questa sperimentalità, che anche in teatro è indagine esistenziale sulla condizione dell’umanità, si ravvedono i riferimenti al suo illustre predecessore. I sei ballerini, esseri umani sfranti dalla fatica del quotidiano, incastrati in mosse ripetitive o disarticolati in un’ebbrezza senza sfogo, sfidano la resistenza fisica per sopravvivere a una condizione senza uscita. Come diceva Debord nel suo film: “Niente traduceva questo presente senza via d’uscita e senza riposo come l’antica frase che ritorna integralmente su se stessa, essendo costruita lettera per lettera come un labirinto da cui non si può uscire”.

Lo spettacolo si chiude nel silenzio e, anche se sembra privare lo spettatore di ogni speranza, lo rilancia nella sua vita dopo aver attraversato un’esperienza comune.

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