Da Papa Francesco un’Enciclica che guarda con ansia al futuro del mondo

di Nuccio Fava/

Allarga il cuore questo sguardo umanissimo di Papa Francesco sul futuro dell’intero pianeta. Lo spirito francescano caratterizza questa Enciclica, già definita da molti, con qualche disinvoltura, L’Enciclica “verde” o di ecologia pontificia. La preoccupazione è certo anche per lo stato del pianeta, gli attentati all’ambiente e le grandi sfide delle condizioni climatiche è, non a caso si apre con «Laudato si’» di San Francesco il ringraziamento universale del poverello di Assisi per tutte le bellezze del creato e l’amore per tutti i viventi, compreso il famoso Lupo di Gubbio. In questo senso la caratterizzazione ecologica, nel senso più ampio, è significativa, in quanto la radice greca “oikos” significa appunto casa.

L’invito di Papa Francesco è diretto alla “cura della casa comune”, che è appunto il pianeta di tutti noi. A tutti è infatti rivolto il messaggio del Papa, non solo ai cristiani, perché è di tutti la responsabilità della salvaguardia e promozione di migliori condizioni di vita, possibili solo con una grande assunzione di responsabilità della politica e dell’economia, da parte dei singoli Stati e comunità internazionale, nel suo insieme, ancora incapaci di guardare agli interessi più profondi del genere umano. Prevalgono invece disegni di potenza e tentazioni egemoniche, causa di guerre e di aggravamento delle piaghe peggiori dell’umanità: fame, morte, disperazione, violenza di ogni genere contro donne, vecchi e bambini.

La salvaguardia e la prevenzione per la salvezza del pianeta deve caratterizzarsi sempre con un approccio sociale “e integrare il dibattito sull’ambiente sempre con la preoccupazione per la giustizia, con il grido della Terra e quello dei poveri”. Il Papa mette in guardia da posizioni errate e parziali sull’incremento demografico, mentre è la piaga del consumismo estremo di alcuni. Elenca Papa Bergoglio i gravi rischi della crisi ecologica: riscaldamento globale, cambiamento climatico, inquinamento, innalzamento dei mari, impoverimento della biodiversità, ma anche la distribuzione iniqua del cibo, la carenza e il diritto di tutti all’acqua.

Ma c’è anche una ingiustizia planetaria secondo il Papa: il debito estero dei paesi poveri si è trasformato in uno strumento di controllo, mentre non accade la stessa cosa nello sfruttamento delle risorse e in quello che può essere definito un vero debito ecologico tra Nord e Sud del Mondo. Altri punti di grande interesse sono contenuti nella «Laudato si’», che si sviluppa per quasi duecento pagine. Ne sono uscite alcune anticipazioni, in modo forse discutibile, ma che ci hanno sollecitato una riflessione tempestiva sulla quale ci capiterà di tornare.

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