di FABIO CAMILLACCI/ Finisce un’altra telenovela: Gigio Donnarumma ha deciso di non rinnovare il contratto col Milan in scadenza nel 2018. Una scelta personale del portiere rossonero o una scelta pilotata dal suo procuratore Mino Raiola? “La seconda che hai detto”, avrebbe risposto l’esilarante profeta new-age “Quelo”, personaggio inventato da Corrado Guzzanti nel 1997; anche se la volontà del talentuoso estremo difensore, cresciuto nel vivaio del Milan, deve comunque aver pesato. Però, lo sappiamo: nel calcio italiano e internazionale Mino Raiola detta legge da tempo. E’ lui il “re dei procuratori”, l’uomo che controlla un’ampia scuderia di calciatori importanti: da Pogba a Ibrahimovic (nella foto in home page: Donnarumma e nel riquadro Raiola).
Una scelta scontata. Nonostante l’ottimismo del Milan e della stampa del Nord, da tempo voci insistenti riferivano che Raiola non vedesse l’ora di portare via Donnarumma dal “Diavolo”. La conferma ufficiale è arrivata alle 17.30 di giovedì 15 giugno al termine del decisivo vertice tra società rossonera e il procuratore: in realtà quest’ultimo si è presentato all’incontro con le idee già ben chiare, di fatto si è presentato solo per comunicare la decisione presa.
L’annuncio del Milan. Il pessimo esito del breve summit è stato reso noto in una conferenza stampa lampo dal direttore generale del club meneghino Marco Fassone: “Mino Raiola mi ha comunicato la decisione di Donnarumma di non rinnovare. E’ una decisione definitiva. Confidavamo molto che Gigio fosse il portiere del nuovo Milan, il pilastro su cui costruire ma dobbiamo rivedere le nostre valutazioni. Questa decisione, presa dal giocatore col suo procuratore, ci amareggia ma andiamo avanti, il Milan va avanti”.Tutto molto veloce.
Donnarumma, un core ‘ngrato in salsa milanese. Inutile la corte sfrenata fatta dal Milan al 18enne erede di Buffon e al suo agente. I rossoneri erano arrivati a offrire al portiere un ingaggio da 5 milioni di euro a stagione e la fascia di capitano. Non è bastato. Evidentemente, Donnarumma fingeva quando baciò la maglia rossonera al termine di Juventus-Milan di quest’anno (foto a sinistra). O forse no, forse ha cambiato idea dietro le pressioni di Raiola desideroso di strappare a qualche top club europeo un contratto ben più sostanzioso per incassare più soldi dalla percentuale. Questo è il calcio di oggi, un calcio senza più bandiere alla Francesco Totti.
Milan con le spalle al muro. I rossoneri a questo punto possono decidere di tenere il giocatore ancora per una stagione (come detto infatti il contratto scade nel 2018) perdendolo però a parametro zero tra un anno. Opzione da escludere per due motivi: sia perchè vendendolo ora il Milan incasserebbe una discreta cifra (si parla di 30-35 milioni) e sia perchè a questo punto Donnarumma non è più gradito dall’ambiente milanista. Quindi sarebbe inutile, dannoso e controproducente tenerlo. L’ipotesi più probabile, conoscendo quel marpione di Mino Raiola, è pertanto l’apertura di una vera e propria asta di mercato.
In Europa ci sono tanti grandi club pronti a ricoprire d’oro il portierone del presente e del futuro. Le proposte di ingaggio oscillerebbero tra gli 8 e i 10 milioni di euro all’anno, forse anche di più. In Italia lo vuole la Juventus per assicurarsi una straordinaria continuità tra i pali quando Buffon appenderà i guantoni al chiodo: forse già nel 2018. Ma le piste più concrete riguardano l’estero visto che Donnarumma piace a: Real Madrid, Barcellona, Paris Saint Germanin, Manchester United e Manchester City. Club ricchissimi. A meno che Raiola non abbia già chiuso con uno di questi club accettando un’offerta faraonica, un po’ come fatto con lo United per Pogba. Insomma, dopo la chiusura della telenovela sul rinnovo col Milan, potrebbe aprirsi un vero e proprio tormentone estivo. Quale porta difenderà nella prossima stagione Gigio Donnarumma? Lo sa solo Raiola, il mattatore.
Commenta per primo