Convenzione tra Stato e Società Autostrade: ecco le regole che il governo vuole cambiare

Una spesa annua per la gestione del verde e delle pulizie in autostrada più del doppio (11,1 milioni di euro contro 4,7) rispetto a quella per gli interventi sulle gallerie, mentre alle ‘pavimentazioni’ – quindi gli interventi sull’asfalto – sono destinati 105,3 milioni di euro in media, ovvero tre volte gli interventi (31,2 milioni) per ammodernare e mantenere in sicurezza le ‘opere d’arte’, ovvero ponti, viadotti e cavalcavia, della rete autostradale. Il tutto per un importo medio annuo stimato – fra il 2013 e il 2038 – in circa 290 milioni di euro l’anno, di cui più del 90% (in media 262 milioni di euro) attraverso imprese esterne e una minima parte (21,7 milioni) internalizzata. Sono alcuni degli elementi che emergono dall’analisi della convenzione sottoscritta nel 2007 tra Autostrade per l’Italia e il ministero dei Trasporti (e riconfermata dal governo Gentiloni prima di andare a casa, quando ministro delle Infrastrutture era il Pd Delrio) e di cui ieri la società ha diffuso il contenuto sul proprio sito.

Si tratta di una documentazione imponente, e in gran parte già conosciuta, che tuttavia – soprattutto nella sua componente economica e finanziaria – fa emergere dati interessanti. In particolare, il corposo allegato E che include il Piano aggiornato al 2013 e che mostra un canone di concessione fissato al 2,4% dai ricavi da pedaggi di competenza della società. Quanto al Wacc (Weighted Average Cost of Capital), ovvero il tasso di remunerazione del capitale investito, nel documento è definito al 10,21%, valore che, al netto delle tasse, si riduce al 6,85%. Nel periodo 2013-2038 gli investimenti vengono fissati in 10,34 miliardi di euro, con 7,5 miliardi per le manutenzioni.

“Bisogna smettere di inseguire le emergenze e bisogna ricominciare a programmare gli interventi per evitare che eventi di questo genere vengano a determinarsi”. Così il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli in audizione alle commissioni riunite VIII di Camera e Senato in seguito al crollo del Ponte Morandi a Genova. ” La prima vera grande opera di cui ha bisogno questo Paese è un imponente e organico piano di manutenzione ordinaria e straordinaria”.

“Il capitale investito dalla maggior parte delle concessionarie era già stato ampiamente ammortizzato e remunerato, tra la metà e la fine degli anni ’90. Pertanto, le tariffe avrebbero quantomeno potuto essere drasticamente ridotte – ha detto il ministro – di una montagna di extraprofitti”. “Degli extraprofitti hanno beneficiato totalmente le società concessionarie, a discapito dei cittadini che hanno visto e vedono di volta in volta aumentare il costo dei pedaggi”, ha aggiunto.

“Questo Governo – ha aggiunto – farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni, valutando di volta in volta l’interesse pubblico”. “Entro domani – ha fatto sapere – saranno pubblicati tutti” gli atti delle concessioni autostradali.

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